Una nuova pagina è stata scritta in merito al caso di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare di Vallo della Lucania, deceduto a 58 anni dopo un ricovero forzato, conseguenza di un Trattamento Sanitario Obbligatorio disposto nei suoi confronti.
Dopo la sentenza lo scorso giugno da parte della Corte di Cassazione che ha ritenuto responsabili i medici e gli infermieri del reparto psichiatrico del “San Luca” di Vallo della Lucania, sono arrivate le motivazioni che hanno argomentato la condanna per il reato di sequestro di persona.
Secondo la Suprema Corte, come riporta il quotidiano “La Città di Salerno”, Mastrogiovanni non sembrava essere aggressivo, non si agitava e non avrebbe rifiutato la terapia. Inoltre, fu legato mentre dormiva per consentire ai carabinieri un prelievo di urina che la Cassazione ha stabilito illegittimo e su quel letto dell’ospedale restò immobilizzato per 83 ore, fino alla morte.
Le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione, a nove anni di distanza dagli eventi, riaprono il giallo sulle cause della morte. Dopo due sentenze di merito, che in primo grado e in Appello, hanno collegato la morte alla contenzione fisica a cui il 58enne fu sottoposto, per la Cassazione quel nesso causale non può ritenersi certo. Con il reato di “morte in conseguenza di altro reato” la Corte ha dichiarato la prescrizione, annullando per questo la sentenza di condanna.
Nelle motivazioni, inoltre, si spiega che anche se la prescrizione non fosse ancora decorsa quella condanna sarebbe stata comunque cassata, mandando indietro gli atti a un’altra sezione della Corte d’appello perché la riformasse o se possibile ne argomentasse i motivi senza più contraddizioni.
– Claudia Monaco –
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