Abbiamo ripreso un aspetto del territorio che va dal Vallo di Diano, passando per il Tanagro, fino ad arrivare negli Alburni, che sempre più spesso viene scarsamente preso in considerazione e, come un fantasma, aleggia sulla quotidianità di ben tre popolazioni. Valdianesi, alburnini e tanagrini si vedono infatti, ogni giorno, alle prese con una viabilità di mediocre qualità, collegamenti carenti o, in alcuni casi, inesistenti e un senso di isolamento, fisico ed istituzionale, che non accenna a placarsi. Con telecamere e fotocamere alla mano abbiamo deciso di intraprendere un tour in tre tappe. Tre soste dolorose, tre luoghi segnati amaramente da altrettante problematiche legate alla manutenzione della rete stradale.
Auletta, con la Strada Statale 19 “delle Calabrie” interdetta al traffico dal 23 gennaio del 2014, quando una frana all’altezza del km 46 (che collega con Petina) fece sprofondare il terreno a due metri dal livello originario, isolando le famiglie residenti a monte della zona interessata. Oggi quella frana è una vera e propria voragine di immani dimensioni e la popolazione chiede di frequente risposte, nel timore che quel “mostro” si avvicini alle loro abitazioni.
Roscigno, che ben cinque anni fa, il 3 dicembre del 2010, vide il proprio terreno franare dalle pendici del Monte Pruno alle sponde del fiume Sammaro. Frana che comportò l’interdizione al traffico della S.P. 342 che collega il paese a Corleto Monforte e al Vallo di Diano. Un disagio prepotente, che ancora oggi pesa sulle spalle dell’intera comunità roscignola, ferita dall’assenza di collegamenti discreti con gli altri territori strategici.
Gli Alburni, a riguardo, proprio non possono dirsi fortunati, giacchè anche la S.P. 11 Teggiano-Sacco, che attraversa la Sella del Corticato, è in più punti scoscesa e caratterizzata da avvallamenti che rendono i tragitti ardui e poco comodi. La stagione invernale diventa poi, per quanti si recano a lavorare nel Vallo di Diano, una vera e propria via crucis di ghiaccio, pericolose discese a valle e ripetuti disagi al traffico.
Un dossier, il nostro, che vuole senza ombra di dubbio trasformarsi in appello in un momento, come quello in cui i cittadini sono chiamati alle urne, che facilmente si presta a divenire scenario di promesse di soddisfacimento di bisogni. E nessuno potrà mai obiettare che una sana viabilità, una comunicazione tra territori agevole e, cosa ben più ovvia, delle infrastrutture viarie integre rappresentino dei bisogni essenziali e prioritari di una comunità che si possa definire civile. Così come istituzioni che sogliono definirsi anch’esse civili non possono voltare il capo o temporeggiare dinanzi a quelli che, a tutt’oggi, sono scempi e ferite al cuore di chi non è soltanto elettore, ma anche cittadino, lavoratore e portatore di diritti.
– Chiara Di Miele –
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