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“Vallo di Diano nuova Terra dei Fuochi, sì o no?”. Giovanni De Lauso:”Vogliamo vederci chiaro”

Chiara Di Miele 26 Febbraio 2020

“Vallo di Diano nuova Terra dei Fuochi, sì o no? E’ questa la domanda che si pone chiunque confronti le relazioni del Pascale di Napoli e dell’ASL Salerno dopo aver esaminato la carne di un bovino di dieci mesi morto per un tumore al polmone. Sulla vicenda vogliamo vederci chiaro“. Così Giovanni De Lauso, coordinatore provinciale della Confederazione Movimenti Identitari.

“E’ quantomeno strano, – dichiara De Lauso – per usare un eufemismo, che la relazione fatta dall’oncologo dott. Antonio Marfella dell’Istituto Pascale di Napoli parla di situazione allarmante tanto da ispirare un reportage pubblicato qualche giorno fa a firma del giornalista Angelo Mastrandrea che individua nel Vallo di Diano la nuova Terra dei Fuochi e le conclusioni a cui giunge l’ASL Salerno che sentenzia testualmente ‘Quanto supposto in tale reportage per la presenza di veleni e tumori nel Vallo di Diano non è corredato da nessuna evidenza scientifica certificata da analisi di laboratorio‘“.

Secondo De Lauso “ci troviamo di fronte a due posizioni contrastanti e contraddittorie, il che appare clamoroso e preoccupante nello stesso tempo, oltre che incomprensibile. E’ chiara la volontà e l’interesse di intorpidire le acque intorno alla vicenda. Ci chiediamo nell’interesse di chi? Riteniamo non certamente della gente che nel Vallo di Diano continua a morire per patologie oncologiche in percentuale molto alta e ingiustificata per un’area come la nostra, caratterizzata da pochi insediamenti industriali e agenti inquinanti significativi e degni di menzione. Vanno in questa direzione anche le dichiarazioni dell’illustre virologo prof. Giulio Tarro, il quale dichiara senza mezzi termini in un virgolettato che si muore più di cancro nel Cilento e Diano che vicino alle industrie“.

“Vogliamo vederci chiaro, vogliamo capire cosa sta realmente succedendo sul nostro territorio – chiosa -. Chiediamo agli Enti e alle Istituzioni preposte che si rifacciano i controlli per capire com’è lo stato reale delle cose e, qualora questo non accadesse, ci adopereremo noi stessi come partito per fare in modo che si facciano i carotaggi, nuove analisi e valutazioni accurate sullo stato del nostro ecosistema“.

– Chiara Di Miele –

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