Anche una società con sede a Sicignano degli Alburni è coinvolta nell’operazione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Udine, che ha permesso di scoprire una pericolosa frode basata sull’introduzione nel territorio nazionale di rilevanti quantitativi di alcol etilico di contrabbando al fine di produrre illegalmente, all’interno di laboratori clandestini privi di ogni tipo di autorizzazione, bevande alcoliche tra cui whisky, grappe, limoncelli, gin, vodka, distillati e altri liquori.
20 sono le persone ritenute responsabili di aver introdotto in Italia, tra il 2022 e il 2024, circa un milione di litri di alcol etilico importato dall’Est per un’accisa e un’Iva evase pari a 11,5 milioni di euro.
I reati contestati agli indagati sono, a vario titolo, la sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sulle bevande alcoliche, l’irregolarità nella circolazione di prodotti sottoposti ad accisa, l’alterazione di contrassegni dell’Amministrazione Finanziaria, la ricettazione, la contraffazione di marchi e di sostanze alimentari.
Nel corso delle indagini, condotte dai finanzieri del Gruppo di Treviso diretti dal Capitano Daniele Leonetti, sono stati sottoposti a sequestro preventivo 85.000 litri di alcol etilico, due autoarticolati, tre laboratori clandestini per la produzione illegale di superalcolici al cui interno sono state scoperte tutte le attrezzature (imbottigliatrici, etichettatrici, tappatrici) tipiche di aziende che, lecitamente e con tutte le autorizzazioni sanitarie e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, producono bevande alcoliche.
L’alcol veniva prelevato dalla Polonia, dalla Slovenia e dalla Serbia e introdotto in Italia principalmente attraverso il valico di Tarvisio, in provincia di Udine, spacciandolo per liquido igienizzante, biocida, lavavetri, disinfettante ovvero con altri nomi di fantasia, destinandolo a volte a improbabili località oltreconfine come Malta al fine di eludere i controlli delle Fiamme Gialle su strada deputate alla verifica della natura e delle tipologie delle merci che fanno ingresso in Italia.
Le indagini hanno avuto origine nel gennaio 2023 quando al casello autostradale di Venezia Est è stato selezionato per un controllo di routine un mezzo che trasportava 26.000 litri di liquido disinfettante. In quella circostanza non è sfuggito ai Finanzieri che la classificazione del prodotto come disinfettante era solo un espediente per evitare il ricorso alla stringente documentazione idonea alla circolazione dell’alcol etilico in ambito comunitario e introdurre in evasione d’imposta un rilevante quantitativo di alcol su cui grava un’accisa pari a 10,3552 euro per litro.
A questo primo fermo è seguito un altro, durante un servizio notturno dell’aprile 2023 presso l’area di sosta autostradale di Roncade, in provincia di Treviso: in tale circostanza il conducente aveva dichiarato di doversi recare a Malta e di trasportare 26.000 litri di liquido igienizzante, ma anche in questo caso il tentativo di eludere le indagini era stato reso vano dall’esperienza acquisita dai Finanzieri in occasione del precedente sequestro. Da allora, grazie al coordinamento dell’Autorità Giudiziaria di Udine, è partita un’intensa attività investigativa basata su pedinamenti, appostamenti, videoriprese, analisi di tabulati telefonici, accesso alla banca dati V.I.E.S. (Vat Information Exchange System), ricorso a sistemi di monitoraggio satellitari, perquisizioni informatiche, domiciliari e aziendali, nonché sulla collaborazione giudiziaria e di polizia con le Autorità della Polonia, che ha permesso di ricostruire come gli indagati, tutti italiani, fatta eccezione per quattro polacchi, si procurassero il prodotto alcolico all’estero, camuffandolo come igienizzante e introducendolo nel territorio nazionale grazie a falsi documenti di trasporto. Poi, anche ricorrendo ad alcune società di logistica che lo stoccavano temporaneamente, lo facevano giungere nei laboratori abusivi dove si producevano i superalcolici che venivano poi commercializzati al dettaglio con tanto di contrassegni falsi dell’Amministrazione Finanziaria ed etichette riproducenti, in alcuni casi, marchi contraffatti di aziende inconsapevoli.
Sono state scoperte e sequestrate tre fabbriche clandestine di superalcolici e nel corso delle indagini sono state individuate 12 società di copertura, con sedi tra le province di Napoli, Caserta, Salerno, Roma, Milano, Foggia, utilizzate per simulare l’importazione dei prodotti igienizzanti. Tra queste anche la società di Sicignano che è stata perquisita dal Gruppo di Treviso con il supporto dei Finanzieri di Eboli.
Nel complesso è stato ricostruito un flusso di un milione di litri di alcol introdotti nel territorio nazionale in contrabbando.