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Tumore al seno. “Scoprire di avere un carcinoma mi ha cambiata”, la storia di Antonella di Sapri

Ornella Bonomo 18 Ottobre 2024

55 anni, lucana di nascita e saprese di adozione Antonella è venuta a conoscenza di ospitare un carcinoma nel suo seno un anno fa. “Mi è crollato il mondo addosso” ha detto subito. Antonella ha scelto di condividere la sua storia con noi, di raccontare come il tumore cambia le persone che aggredisce e quanto sia importante l’attività mentale e sociale per stare meglio.

“Suggerisco sempre alle donne di tornare a lavorare il prima possibile e di non piegarsi su se stesse”. Un marito e due figlie di 27 e 29 anni, Antonella oggi le incoraggia a controllarsi, sostenendo che la prevenzione è fondamentale.

  • Antonella, come e quando ti sei accorta di avere un problema al seno?

Fino allo scoppio della pandemia anche io ho sempre fatto le visite di controllo che rientrano nella prevenzione dei tumori femminili, tranne negli anni del Covid. Dopo la pandemia ho fatto un’ecografia nel 2022 con esito negativo quindi mi hanno consigliato di tornare dopo 2 anni, ovvero nel 2024. Lo scorso anno, però, sentivo un fastidio al capezzolo sinistro. I primi giorni non ci ho dato peso, poi l’ho detto a qualche collega che subito mi ha incitato ad approfondire. Lavorando in ospedale ho chiesto una consulenza ad una dottoressa: il seno sinistro, dove sentivo quel fastidio, era sano. Mi ha consigliato per sicurezza di fare un’ecografia ad entrambi i seni. Le do ascolto: l’ecografista mi consigliò una mammografia che riuscii a fare lo stesso giorno, fortunatamente. Scoprii di avere un carcinoma al seno destro.

  • Cosa accadde dentro di te in quel momento?

Mi è crollato il mondo addosso. Mi sembrava incredibile che fino a mezz’ora prima della visita stessi bene. I primi con cui ho condiviso la notizia sono stati i miei colleghi che ovviamente erano lì. Uscendo dall’ospedale ho chiamato mio marito pregandolo di non uscire e di aspettarmi a casa. Richiesta inusuale la mia, infatti mi è venuto incontro perché aveva avvertito che c’era qualcosa di preoccupante. Ho un ‘problema’ al seno, queste le mie parole nei giorni a seguire, guai che pronunciassi carcinoma. Non ci riuscivo. Poi ne abbiamo parlato con le figlie. Con il passare del tempo, presa consapevolezza di quanto dovevo affrontare, dico che sono stata fortunata. Ho incontrato donne in stadi di malattia avanzati. Col mio lavoro da infermiera, ho conosciuto altre patologie senza soluzione. Il mio carcinoma era piccolissimo, poco più di un centimetro. E’ stato preso in tempo e ho affrontato l’intervento dopo un mese e mezzo dalla visita. Al primo colloquio mi mostrai decisa ad asportare per intero la mammella, tuttavia il senologo chirurgo mi parlò della soluzione conservativa che prevede l’asportazione di una sola parte. Quando mi sono vista allo specchio dopo l’operazione, ho ringraziato di aver dato ascolto al medico. E’ dura vedersi diversi dal solito. Per il corpo e per la psiche è devastante.

  • E dopo, i mesi successivi, i cambiamenti, le terapie?

Iniziai a pensare a mille cose, ma decisi di non fare la malata, di non sentirmi malata. Anche se alcuni giorni mi sentivo a pezzi, mi davo grinta. Avevo bisogno di stare con gli altri, di condividere. Dopo l’intervento tornare a lavoro mi ha aiutato molto: anche se alcuni giorni ero stanca, il tempo passava tra una battuta con un collega, un dialogo con un paziente, un saluto con un assistente…e non tornavano alla mente i pensieri cupi. La psiche soffre molto quando scopri di avere un male. Il tumore mi ha cambiata; ha modificato l’angolo di visualizzazione dei problemi. Vivo alla giornata, non programmo più. Il carcinoma mi ha fatto riscoprire il senso del volersi bene, di rispettarsi e di condividere. Oggi quando vado a lavoro a piedi guardo il mare, il cielo, la spiaggia. Prima non ci ponevo mai attenzione. Era scontato che il mare fosse lì…ora torno a casa e racconto a mio marito di quanto sia placido e cristallino quel mare. Vivo giorno per giorno cogliendo il bello e l’essenziale di ogni giornata. Ho ricevuto molto sostegno. Dalla famiglia naturalmente, dai colleghi, ma anche da persone che non frequentavo da tempo.

  • Hai riscontrato sensibilità sulla tematica del tumore al seno da parte della tua comunità di riferimento? Pensi sia praticata la prevenzione?

Credo che la prevenzione stia facendo molto. Sono tante le donne che eseguono i controlli grazie agli screening gratuiti e alle campagne promozionali. Sono altrettante quelle che si trascurano. A volte mi sono detta che, ripeto, sono stata fortunata. Per il tumore al seno la ricerca è avanzata rispetto ad altre forme e le campagne di sensibilizzazione ti ricordano di prendersi cura della propria salute. 20 anni fa non era così. Perciò oggi sollecito continuamente le mie figlie a non  trascurare alcun appuntamento medico.

  • In che fase sei della tua malattia? Qual è un desiderio che vorresti realizzare in questa nuova versione di te?

E’ trascorso un anno e mezzo dall’intervento, seguito da 4 settimane di radioterapia. Per 7 anni ancora dovrò assumere ormoni perché dall’esame istologico il carcinoma è risultato molto reattivo ad essi. Sogno di andare in Argentina, di dar sostanza a quel viaggio che avevamo prenotato con mio marito prima di scoprire la malattia.

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