Otto condanne e 22 assoluzioni.
È arrivata la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila nel processo per la tragedia di Rigopiano, avvenuta nel 2017 e costata la vita a 29 persone che si trovavano nell’hotel di Farindola.
Quel giorno perse la vita anche Stefano Feniello di Valva, che si trovava tra le vette del Gran Sasso con la fidanzata per festeggiare. Francesco Provolo, ex prefetto di Pescara, è stato condannato a un anno e otto mesi per omissione di atti d’ufficio e falsità ideologica. Condannati anche Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola, e Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura di Pescara. Tutti e tre erano stati assolti in primo grado dal Tribunale di Pescara.
I giudici dell’Aquila hanno poi confermato le condanne inflitte in primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, per il tecnico Giuseppe Gatto, per l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso. Confermate 22 assoluzioni.
I giudici della Corte d’Appello dell’Aquila, quindi, hanno riformato in parte la sentenza emessa dal tribunale di Pescara a febbraio dell’anno scorso.
“Ci aspettavamo di più – è il commento di Alessio Feniello, papà di Stefano – Questa non è una sentenza, è una pagliacciata. É stato confermato quanto fatto a Pescara, non me lo aspettavo, sono deluso. Con tre nuove condanne misere ci hanno dato un contentino. Se rubi una gallina in questo Paese ti fai 10 anni di carcere, se ammazzi 30 persone resti libero. Che messaggio passa? Che puoi uccidere e passarla liscia?”.
Nonostante la delusione, dunque, Alessio Feniello ha annunciato la sua determinazione nel perseguire la giustizia per suo figlio ipotizzando di ricorrere in Cassazione.
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