Sono iniziati i lavori di restauro alla Lastra Aragonese esposta nel Museo Lapidario Dianense di Teggiano, finanziati dal Rotaract Vallo di Diano-Sala Consilina e concordati tra il Direttore del Museo, l’architetto Marco Ambrogi, e il presidente del Rotaract Sala Consilina-Vallo di Diano, l’avvocato Cono Tropiano.
Un’idea, quella della valorizzazione dell’importante scultura, fortemente voluta dal Rotaract e che ha trovato pieno accordo e sostegno da parte del Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Monsignor Antonio De Luca. Il restauro in corso, monitorato dalla funzionaria di zona della Soprintendenza di Salerno, Rosa Carafa, viene eseguito dalle attente mani di Luigi Parascandolo della ditta Iris di Buonabitacolo, che procederà a diverse fasi di pulitura e consolidamento della lastra in pietra calcarea, fino a recuperare l’originaria fisionomia del bassorilievo che un tempo si trovava sul campanile della chiesa di Santa Maria Maggiore, l’attuale Cattedrale di Teggiano.
Non è un caso che il Rotaract valdianese abbia scelto per la sua azione filantropica e culturale proprio la Lastra Aragonese che rappresenta un’opera d’arte densa di contenuti storici, politici e culturali della Diano del Quattrocento, oltre che uno dei reperti più importanti della collezione lapidaria di Teggiano. Collezione che trova posto nell’antica cappella di Sant’Eligio, annessa al complesso architettonico di San Michele Arcangelo. Il rilievo riporta le insegne della Casa d’Aragona e fu realizzato nel 1487, due anni dopo la celebre Congiura dei Baroni ordita nel Castello di Diano dalla famiglia Sanseverino, che mirava a spodestare dal trono Ferdinando d’Aragona. Al termine degli eventi, che videro soccombere i Sanseverino con la devoluzione di Diano al demanio regio, fu commissionata la scultura per essere apposta, ben visibile, sulla torre campanaria prospettante sulla piazza cittadina, a rimarcare l’imposizione di rispetto verso la corona e la fedeltà ai regnanti. Quel documento politico segnò una svolta nella storia del centro rinascimentale, avviando lo Stato di Diano, con i suoi fedelissimi feudatari, all’epilogo dell’Assedio del 1497, durante il quale la città fu soggetta all’assalto delle truppe di Federico d’Aragona, giunto appositamente da Napoli e coadiuvato dal condottiero Consalvo di Cordova. Il filone culturale intriso nella marca stilistica della Lastra Aragonese richiama la fervida committenza sviluppatasi a Diano nel corso del Quattrocento e che portò la città a dotarsi di un ricchissimo apparato di opere d’arte di valore extracomprensoriale, tra cui va annoverato il Compianto sul Cristo Morto nella chiesa della SS. Pietà.
Il restauro in corso porterà a riaccendere i riflettori della cultura storica sugli eventi di quel travagliato periodo politico, ma molto importante per Teggiano e l’intero Vallo di Diano, anche in riferimento ad un convegno conclusivo che il Rotaract intende organizzare sia per presentare il buon esito dei lavori di restauro che per discutere degli aspetti storici, artistici e culturali che l’opera d’arte racchiude in sé.
– Chiara Di Miele –