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Siglato il Contratto Provinciale di Lavoro per operai agricoli e florovivaisti del Salernitano

Chiara Di Miele 29 Settembre 2021

E’ stato siglato questa mattina tra Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil il rinnovo del Contratto Provinciale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Salerno, scaduto il primo gennaio 2020. Il contratto, che interessa circa 27mila operai agricoli, prevede un aumento delle retribuzioni pari all’1,8% (a fronte del 4,8% inizialmente richiesto) e il riconoscimento di una indennità di vacanza contrattuale pari a 50 euro. Previsto anche un piccolo ritocco di due euro nei rimborsi spese e un aumento nei rimborsi chilometrici.

“È stata una trattativa complessa e articolata durata mesi – spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vito Busillo – ma la comune volontà delle parti di trovare un punto di equilibrio ha consentito di trovare un accordo importante che consolida e rafforza le relazioni sindacali nelle dinamiche di crescita del territorio. Si tratta anche della conferma della dinamicità del settore agricolo e del ruolo che può svolgere a sostegno della ripresa. L’agricoltura non si è mai fermata durante la pandemia e si è sempre più contraddistinta come settore di richiamo dal punto di vista occupazionale. L’accordo è stato possibile a seguito di una dettagliata analisi dell’andamento dell’economia agricola provinciale, che rappresenta il settore economico principale della provincia”.

Tra le novità il Contratto prevede, a tutela dell’immigrazione, la traduzione in lingua madre di tutte le informazioni essenziali su salute e sicurezza sul lavoro in carico all’Ebat, permessi da dedicare allo studio della lingua italiana e il cumulo, per i lavoratori a tempo indeterminato, di più periodi di ferie per consentire il rientro periodico nei Paesi di origine. Il contratto interessa 3690 aziende per un numero pari a 3 milioni 115mila giornate lavorative e oltre 27mila dipendenti agricoli. Nel 2020 si è registrato un calo di 137mila giornate lavorative rispetto al 2019, effetto della pandemia e del reddito di cittadinanza.

“Purtroppo i sussidi al reddito sono diventati un disincentivo al lavoro nelle aziende, soprattutto nel settore primario – spiga il direttore di Coldiretti Enzo Tropiano – lo dimostra il calo di quasi 150mila giornate lavorative in un anno. Scarseggiano lavoratori nei campi, nelle stalle, trattoristi, operai nei caseifici e negli impianti di trasformazione. E’ un problema che va affrontato e risolto”.

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