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Si fingono finanzieri per vendere a telefono abbonamento a una finta rivista. Quattro nei guai

Chiara Di Miele 5 Aprile 2017

guardia di finanza evidenza 6La Guardia di Finanza di Palmi (Reggio Calabria), coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, ha portato a termine un’accurata e complessa attività di polizia giudiziaria finalizzata ad individuare un raggiro telefonico riguardo alla vendita di un abbonamento annuale ad una finta rivista edita dalla Guardia di Finanza.

I soggetti quotidianamente contattano ignari cittadini, prevalentemente gestori di pubblici esercizi o comunque titolari di partita IVA, in varie province italiane spacciandosi come finanzieri, invitando i propri interlocutori a sottoscrivere un abbonamento annuale ad una fantomatica rivista il cui pagamento doveva avvenire in contrassegno, precisando, al fine di invogliare i malcapitati, che gli introiti sarebbero stati successivamente devoluti in beneficenza per aiutare le famiglie bisognose o colpite da catastrofi naturali.

In alcuni casi, inoltre, per persuadere gli interlocutori i finti finanzieri lasciavano intendere minacce di controlli tributari o comunque di conseguenze negative in caso di mancata adesione alla proposta contrattuale.

Gli accertamenti effettuati dal personale della Compagnia di Palmi hanno permesso di individuare tutti i soggetti coinvolti e di ricostruire il modus operandi posto in essere, nonché i diversi ruoli e compiti ricoperti da ognuno di loro. Il sodalizio era promosso, diretto ed organizzato da un soggetto residente nella Piana di Gioia Tauro, che con la partecipazione di un fidato collaboratore proponeva telefonicamente l’adesione alla rivista. Altri due soggetti invece avevano il compito l’uno di provvedere al ritiro ed alla consegna della corrispondenza e l’altro, titolare di una tipografia, di stampare le false riviste.

Alla luce di ciò il gip presso il Tribunale di Palmi, Massimo Minniti, ha emesso ordinanza di custodia cautela personale nei confronti dei quattro soggetti coinvolti, in particolare una misura degli arresti domiciliari, una misura dell’obbligo di dimora e due misure dell’obbligo di presentarsi alla Polizia Giudiziaria, nonché il sequestro preventivo di una società, di un immobile utilizzato come sede del call center.

– Chiara Di Miele –

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