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Sequestrato un telefonino introdotto nel Carcere di Salerno. La denuncia del sindacato della Polizia Penitenziaria

Chiara Di Miele 25 Ottobre 2022

Un telefono cellulare perfettamente funzionante è stato sequestrato nella Casa circondariale di Salerno dal personale di Polizia Penitenziaria. A dare la notizia è Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“È sempre grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri di Salerno che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell’istituto – dichiara -. Oramai anche il rinvenimento di cellulari, così come le aggressioni al personale, sta facendo statistica e senza un immediato intervento dell’amministrazione sarà sempre più difficile garantire la legalità e la sicurezza all’interno dei penitenziari italiani. La pur significativa carenza organica del penitenziario viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria che hanno posto in essere questa operazione di polizia che ha portato frutti, assicurando alla legge la punibilità dei reclusi che continuano a commettere reati anche nelle condizioni di detenzione. Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”

Netta la denuncia di Capece: “Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni. Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la recente previsione di reato nel Codice Penale per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”. 

Per il leader del SAPPE “anche a questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di autogestirsi con provvedimenti scellerati a pioggia come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale i detenuti violenti, non assume severi provvedimenti.”

E si rivolge direttamente a Giorgia Meloni, che nel suo discorso di oggi alla Camera dei Deputati ha parlato proprio della situazione delle carceri e di Polizia Penitenziaria: “Al nuovo Governo chiedo di avere quel coraggio che non hanno avuto i suoi precedenti nel modificare l’insostenibile e pericolosa situazione delle carceri italiane, per adulti e minori. Non si può continuare così: la tensione che si vive nelle carceri è costante e lo sanno bene gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti. Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere”.

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