Lettera aperta alla redazione – di Carlo Maucioni
Da 10 giorni, ovvero dall’inizio dell’emergenza meteo e conseguente stillicidio di scuole chiuse, leggo soltanto di polemicucce “salate” che si sciolgono come neve al sole. Polemicucce di pancia per presunte lesioni al diritto allo spalamento e alla salatura dell’uscio e della strada di casa, peraltro diritto non costituzionalmente garantito.
Da 10 giorni, invece, non leggo una parola, non sento alzarsi una voce, sul dovere che gli adulti hanno rispetto ai minori di garantire il loro diritto allo studio.
Attenzione: nella categoria “adulti” che devono garantire il diritto allo studio dei minori rientrano gli operatori della scuola, gli amministratori pubblici e i genitori.
Ebbene, da 10 giorni non leggo una parola, non sento alzarsi una voce, sulla grave lesione del diritto allo studio che i nostri figli stanno subendo in conseguenza della forzata chiusura delle scuole per neve e gelo.
Da genitore, sono gravemente preoccupato che i miei figli, con quello di domani, avranno perduto sette giorni di scuola, 35 preziosissime ore di apprendimento e di preparazione per affrontare un mondo che è sempre più competitivo, che offre sempre meno opportunità lavorative e che, quindi, va affrontato con la conoscenza, con lo studio, con l’impegno.
Invece, da 10 giorni non leggo una parola, non sento alzarsi una voce, su quanto stanno perdendo i nostri figli: programmi didattici inevitabilmente tagliati oppure non approfonditi, conoscenze non acquisite…
Adulti: guardiamo più in là dell’uscio innevato e non salato…
– Carlo Maucioni –
Carlo hai ragione da vendere
Preferisco non firmarmi con il mio nome, per ovvi motivi. La scuola dove insegno , Istituto A.Sacco di Sant’Arsenio, è rimasta chiusa solo il 7 gennaio mentre le altre scuole del Vallo, dove i genitori mandano i figli con tanta sollecitudine, sono state chiuse per ben sette giorni e domani si ricomincia. Credo che la colpa non sia delle scuole, peraltro fredde e impraticabili, ma delle amministrazioni locali che non riescono a garantire strade praticabili anche in presenza di deboli nevicate.Dicevo che la mia scuola è stata sempre aperta ma gli studenti erano pochi e i genitori li hanno mandati malvolentieri. Credo che, quando si fanno delle accuse, bisogna essere precisi e, in ogni caso, pretendere che i giorni persi vengano recuperati anche con rientri pomeridiani perché i ragazzi hanno il sacrosanto diritto ai 200 giorni effettivi di lezione.
Infatti io l’ho detto andranno tutti a scuola a ferragosto per la felicità degli insegnanti e dei genitori!!!!!
Se gli studenti, al rientro in aula, avessero interesse a recuperare il tempo perso, noi docenti ne saremmo felici….invece permangono esigui attenzione ed entusiasmo verso la scuola, purtroppo da parte di tutti…
Evento eccezionale erano oltre dieci anni che non godevamo di paesaggi e momenti magici come questi da condividere con la famiglia. Personalmente credo che 7 giorni di scuola non valgano quanto queste gioie e sono più che convinta che abbia maggiore valore la qualità delle ore di studio e non la quantità.
Totalmente d`accordo con Elena, ammirare i paesaggi straordinari formati dalla inusuale caduta di neve è realmente una occasione unica che dovrebbe essere approfittata dai genitori per uscire con i figli ad osservare la grandezza della natura, attività importante per la formazione integrale degli alunni.
Basta dire siamo al sud
Hai detto tutto.
Sempre e solo polemiche siete abituati in questo paese non credo che 7 o 10 giorni di scuola possano far dimenticare di scrivere o di leggere.. ma fatela finita e dite che vi siete stancati di tenerli a casa…
I zullus parlan p parlà, nn aportan nient, semb fann storii, i pais nuost nu cambian mai
L’entusiasmo verso lo studio è personale ma è anche condizionato dal cattivo esempio… scuole chiuse…. precauzione… tutto giusto… ma perché non recuperare questi giorni di chiusura forzata…. dove è il problema… la legge non lo consente… Non lo condivido… è una precauzione che danneggia.
Trovo estremamente ingiusto l’egoismo dimostrato con la stesura di questa lettera. Non si dovrebbe pensare ai propri figli come un caso unico e raro, ma si dovrebbe pensare alla collettività(cosa che il sindaco di Sala Consilina ha dimostrato di fare chiudendo anche oggi le scuole). È vergognoso che non esista più il rispetto per le persone che viaggiano e che,per quel “diritto allo studio” di cui tanto si parla in questa stesura , ogni mattina affrontano un’ora o più di viaggio. Non pensate solo a voi stessi, che avete la fortuna di avere una scuola (superiore o non) nello stesso paese in cui abitate, ma pensate a chi questa fortuna non ce l’ha. In alcuni paesi il servizio di autobus non ce l’ha fatta a salire, seppur provandoci. Paesi lontani, eppure. E i ragazzi cosa dovrebbero fare? Partire a piedi? .. Non mi sembra sia giusto, uscire su di una strada ghiacciata e rischiare con una macchina quando ci sono dei giorni in cui, pur andando a scuola, i ragazzi perdono ore di lezione (rare volte per mancanza di docenti e più volte per la loro svogliatezza ad affrontare lo studio). Le 40 ore perse (incluso il giorno di oggi), non sono niente in confronto alle ore che i ragazzi DECIDONO di perdere ogni giorno.
Cordiali saluti
Tutto clientalismo e leccaculi in italia /ora un signore si lamenta di 35 ore di studio tolti ai suoi figli /quando le cose ti toccano si diventa in un attimo il saviano della situazione /senza sapere che funziona al contrario /non hai denunciato le case popolari localita’taverne che mi sembra le hanno assegnate per voti a gente che hanno le doppie case e normale non ti toccava e allora caro signore te la potevi risparmiare