Si è conclusa con successo la VI edizione dell’International Workshop on Information Geometry, Quantum Mechanics and Applications, che ha visto riuniti a San Rufo fisici provenienti da ogni parte del mondo.
L’incontro, promosso da uno dei fisici più apprezzati al mondo, il professor Giuseppe Marmo, già titolare della cattedra di Fisica all’Università di Napoli Federico II di cui è stato punto di riferimento per migliaia di studenti di tutto il mondo ed anche professore emerito presso la Cattedra di Eccellenza della Facoltà di Fisica all’Università di Madrid, ha avuto lo scopo di analizzare i fondamenti matematici della meccanica quantistica, la teoria quantistica dei campi e le loro applicazioni alle tecnologie dell’informazione quantistica.
Un workshop di valenza internazionale presieduto da un comitato scientifico composto, oltre che da Giuseppe Marmo, dai fisici Manuel Asorei, Paolo Facci, Alberto Ibort, Saverio Pascazio e Patrizia Vitale e sostenuto da un comitato organizzativo composto da Francesco Pepe del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, Luca Schiavone dell’Università Carlos III di Madrid e Alessandro Zampini del Dipartimento Scienze Fisiche dell’Università di Napoli Federico II.
Nel corso del workshop si è discusso di geometria dell’informazione classica e quantistica, entanglement, decoerenza, dissipazione quantistica, entropie relative e monotonicità, categorie e gruppoidi nell’immagine di Schwinger della meccanica quantistica, termodinamica quantistica, sistemi quantistici aperti, tecnologie quantistiche, controllo, simulazione, robustezza, matrici casuali e Poisson e riduzione dimensionale nelle teorie di campo.
“Stiamo studiando la teoria dell’informazione e la meccanica quantistica – dichiara il professor Marmo – I fondamenti della meccanica quantistica sono essenziali per lo sviluppo delle tecnologie quantistiche. Tutto è informazione e il fatto di avere una teoria dell’informazione legata alla meccanica quantistica apre uno sviluppo per il futuro inimmaginabile. Si stanno ottenendo dei risultati che perfino noi addetti ai lavori 10 anni fa non riuscivamo a concepire. Siamo alle soglie dell’inimmaginabile”.
Come spiegato, al seminario hanno preso parte fisici provenienti dal Giappone, dagli Stati Uniti e dall’India e soprattutto dalle Università di Napoli, Bari, Madrid e Zaragoza.
“Il nostro sforzo è quello di trasmettere ai giovani quella che è stata la nostra esperienza di lavoro attraverso cinquant’anni di ricerca” conclude.