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Rischio igienico-sanitario nel Carcere di Potenza. L’allarme dei sindacati della Polizia Penitenziaria

Chiara Di Miele 2 Febbraio 2018

Le Organizzazioni Sindacali rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria della Basilicata con una nota unitaria mettono in evidenza il rischio igienico-sanitario presente nel reparto detentivo Giudiziario della Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza. L’allarme è stato portato a conoscenza del Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia e la Basilicata e del Direttore del Carcere, “in quanto – dichiarano – pur persistendo da tempo gravi condizioni strutturali nella sezione detentiva sopra richiamata, alcuna preoccupazione ovvero alcuna intenzione risolutiva perviene dai competenti organi affinchè vengano rese accettabili le condizioni di vivibilità per i detenuti ivi ristretti e per i lavoratori di Polizia Penitenziaria costretti a prestare il proprio servizio. Non si percepisce alcuna preoccupazione da parte di codesta Amministrazione che, nonostante i ripetuti controlli sanitari puntualmente svolti dai competenti organi abbiano decretato situazioni di invivibilità all’interno del reparto, si continua ad assegnare nella struttura penitenziaria di Potenza una infinità di detenuti provenienti dalla Puglia, e che tali inaccettabili assegnazioni vanno ulteriormente ad incidere negativamente sulla difficile attuale gestione detentiva e strutturale dell’istituto, che ha ormai quasi raggiunto la soglia delle 200 presenze di detenuti”.

Secondo i sindacati le ripetute rassicurazioni circa una ristrutturazione generale dell’Istituto penitenziario vengono disattese o differite da anni senza riscontri concreti. “Le camere di pernottamento dei detenuti, – spiegano – in particolar modo quelle poste al piano terra, sono quasi tutte invase da muffa causata dalla costante umidità di risalita dal terreno ove è poggiata la sezione, rendendo le pareti dei muri indebolite e corrose dalla persistenza di funghi e muffa che rendono gli ambienti insalubri e pericolosi per la salute con i gravi rischi che ben possono essere compresi. Non da meno sono i locali delle docce di tutti i piani detentivi, dove le pareti, fino al soffitto compreso, sono invase dall’umidità, con evidenti macchie di muffa e funghi. Proprio riguardo alle docce, e precisamente a quelle situate al 2° piano del giudiziario, il più delle volte non ricevono neanche la necessaria erogazione di acqua calda, costringendo la popolazione detenuta ad effettuare le docce con quella fredda, a causa di un impianto vetusto e che non riesce a sopportare le esigenze igieniche dei numerosi detenuti presenti nel piano detentivo, nonostante i numerosi interventi tecnici effettuati negli ultimi tempi, risultati vani, costosi ed improduttivi”. Condizioni che compromettono gravemente la gestione detentiva dei reclusi, sottoponendo il lavoro della Polizia Penitenziaria ad un grave carico di stress psicofisico, senza far mancare le frequenti tensioni che si instaurano inevitabilmente tra il personale e i detenuti.

“I colleghi – continuano i sindacati – sono altresì costretti a lavorare in ambienti attraversati dalla rete fognaria posta al piano terra della sezione, con il rischio che le esalazioni probabilmente inalate, in quanto non vi è un’adeguata areazione, potrebbero compromettere gravemente la loro salute, senza che quanto appena detto, sia mai stato preso seriamente in considerazione da codesta Amministrazione per una definitiva soluzione del problema. Non da meno il posto di servizio ‘3° cancello’, dove il costante e tangibile odore di gasolio che invade tale area, sembra quasi dover presidiare da parte dell’operatore di polizia un vero e proprio distributore di carburanti a cielo chiuso, favorendo, pertanto, la probabile inalazione da parte dei frequentatori, di agenti chimici dannosi”. L’invito alle Autorità è quello di assumere iniziative in merito ai rischi rappresentati per evitare conseguenze per la salute del personale e delle persone ristrette, chiudendo il Reparto Giudiziario della Casa Circondariale di Potenza in attesa di soluzioni definitive.

– Chiara Di Miele –

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