Ha suscitato scalpore quanto accaduto negli ultimi giorni ad Alessio Feniello, padre di Stefano, il 28enne di Valva che perse la vita dopo una valanga di neve che rase completamente al suolo l’Hotel Rigopiano di Farindola, in Abruzzo, nel gennaio del 2017. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara a novembre scorso ha applicato nei confronti di Alessio una multa di 4550 euro, così come richiesto dalla pubblica accusa, per aver violato i sigilli apposti dall’Autorità Giudiziaria per delimitare l’area sequestrata in cui si verificò la tragedia.
Alessio ha dichiarato attraverso il suo profilo Fb di essersi recato sui luoghi in cui il figlio ha perso la vita per portare dei fiori in suo ricordo. Sulla vicenda è intervenuto Padre Maurizio Patriciello con un editoriale pubblicato su “Avvenire” di oggi. Padre Maurizio, ricordiamo, è il parroco di Caivano, in provincia di Napoli, piĂą conosciuto come il “prete della Terra dei fuochi“, che da anni si batte contro il degrado di quelle zone firmando petizioni e denunce e stando vicino alla gente.
“Assaporammo in quei giorni l’amarissimo sapore del limite. Soffrimmo e pregammo insieme ai genitori, ai parenti, agli amici. Ci sentimmo tutti stretti in quella terrificante morsa di ghiaccio, mentre la vita, lentamente, diceva addio, agli imprigionati – scrive Padre Maurizio riportando alla mente la tragedia di Rigopiano – La sofferenza di quei giorni, dunque, ci affratellò. Il dolore, il limite, la morte fanno cadere le inutili e disastrose barriere dietro cui, spesso, ci trinceriamo. Ci fanno sentire piccoli, impotenti, ci riempiono il cuore di rabbia, di preghiera, di speranza“.
“Tra gli imprigionati senza scampo a Rigopiano c’era Stefano, un giovanotto di 28 anni – continua il sacerdote – I genitori, dopo quelle terribili ore, lentamente, con fatica, ripresero a vivere. Ma, da quando è morto, Stefano non si è allontanato dal loro cuore e dai loro pensieri neppure per un istante. Qualche giorno fa sono ritornati a Rigopiano, per lasciare un fiore in quel luogo dove Stefano visse le sue ultime, terribili ore. Le macerie dello stabile sono ancora sotto sequestro, ma il cancello è aperto. Entrano, e vengono denunciati e multati. E noi rimaniamo senza parole. Vexata quaestio. Giustizia bendata, muta e sorda? O, meglio, giustizia illuminata dalla ragione, dal cuore, dal buon senso?“.
Don Patriciello conclude chiedendo:”Non possiamo permettere che quel ghiaccio continui ad agghiacciare i cuori. Il fiore portato a Rigopiano è bello, zeppo di amore e di speranza. Lasciamo che appassisca lentamente. E ritiriamo la denuncia e la multa ad Alessio, il papĂ di Stefano. Chiudiamo l’imbarazzante ‘incidente’. Senza polemiche e con un caldo e forte abbraccio fraterno“.
– Chiara Di Miele –
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