Con la legge di bilancio 2019 è stata ampliata la platea di destinatari di “Resto al sud”, l’incentivo introdotto due anni fa (Decreto legge n. 91/2017) per sostenere la nascita di nuove realtà imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno. E’ stato innalzato di dieci anni il limite di età per accedere al bonus, che passa ora a 46 anni non compiuti. La legge di bilancio ha inoltre esteso l’incentivo anche ai liberi professionisti, a condizione che nei dodici mesi precedenti la domanda non siano stati titolari di partita IVA per l’esercizio di attività analoga a quella per cui chiedono l’agevolazione.
Resto al sud 2019: i requisiti
L’incentivo è rivolto ai soggetti di età compresa tra i 18 e i 45 anni con le seguenti caratteristiche:
- Siano residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia al momento della presentazione della domanda o vi si trasferiscano entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dalla comunicazione di esito positivo dell’istruttoria;
- Il richiedente deve mantenere la residenza nelle regioni citate per l’intera durata del finanziamento;
- Le imprese e le società devono mantenere la sede legale e operativa in una delle regioni interessate per l’intera durata del finanziamento;
- Il richiedente del bonus non dev’essere già titolare di attività d’impresa alla data del 21 giugno 2017 ovvero beneficiario, nel triennio antecedente la presentazione della domanda.
- Il beneficiario non dev’essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un altro soggetto, pena la decadenza del provvedimento di concessione.
Il bonus spetta alle imprese costituite in forma di:
- Ditta individuale;
- Società di persone;
- Società di capitali anche unipersonali;
- Società cooperative.
- Liberi professionisti (a patto che nei dodici mesi precedenti la domanda non siano stati titolari di partita IVA per l’esercizio di attività analoga a quella per cui chiedono l’agevolazione).
Sono ammesse all’incentivo anche le imprese/attività non ancora esistenti alla data di presentazione della domanda, purché la loro costituzione avvenga entro 60 giorni dalla comunicazione di esito positivo dell’istruttoria ovvero entro 120 giorni per i soggetti residenti all’estero. Tra i soci che costituiscono le società possono esserci anche degli over 45 a patto che non siano più di 1/3 del totale e non abbiano rapporti di parentela fino al quarto grado con nessuno degli altri soci.
Resto al sud 2019: ammontare dell’incentivo
L’agevolazione può arrivare fino a 50mila euro, elevati a 200mila se il beneficiario è una società. Le somme coprono l’intero progetto imprenditoriale e provengono per il 35% da un contributo a fondo perduto di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), il restante 65% è un finanziamento bancario rimborsabile in 8 anni (di cui 2 di pre-ammortamento), mentre gli interessi sono coperti da un apposito contributo. L’incentivo copre le spese necessarie per la realizzazione del progetto imprenditoriale relativo a opere edili, macchinari e impianti, programmi informatici, capitale circolante. I beni oggetto del contributo non possono essere alienati, destinati ad usi diversi o trasferiti dalla sede aziendale per i 5 anni successivi al completamento del progetto e comunque non prima dell’estinzione del finanziamento bancario.
Resto al sud 2019: i progetti d’impresa potenzialmente beneficiari
I progetti potenzialmente meritevoli dell’incentivo sono quelli riguardanti le attività di produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, acquacoltura e pesca, servizi al turismo, servizi alle imprese e alle persone. I progetti devono essere avviati dopo la presentazione della domanda ovvero alla costituzione della società nel caso in cui la domanda sia stata inoltrata da persone fisiche, essere ultimati entro 24 mesi dal provvedimento di concessione, fatta eccezione per i casi in cui si accerti un ritardo dovuto a fatti o atti non imputabili al richiedente. Rimangono escluse dall’incentivo le attività agricole e il commercio, fatta eccezione per la vendita dei beni prodotti nell’attività d’impresa.
Vai alla RUBRICA DEL CONSULENTE – a cura dello Studio Viglione Libretti –
[box type=”info”]PUBBLIREDAZIONALE[/box]