La Campania è la regione italiana in cui si fanno più parti con taglio cesareo. Questo quanto emerge dal report annuale dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), che si basa sui dati totali del 2023.
Con riferimento ai parti con taglio cesareo primario si registra, a livello nazionale, una proporzione pari al 22,7%, in lieve calo dopo la battuta d’arresto nel trend di decrescita osservata nel 2022 (23,1%).
Un ulteriore aspetto da considerare riguarda l’analisi per dimensione dei Punti Nascita e per comparto (pubblico e privato), da cui emerge un minore ricorso al cesareo nelle strutture pubbliche (con una differenza rispetto al privato del 10%) e un gradiente inverso per volume di parti. Persiste una marcata eterogeneità interregionale, con uno spiccato gradiente geografico: gran parte delle regioni del Sud ha fatto registrare nel 2023 valori mediani di cesarei superiori al dato nazionale. Si registra una spiccata variabilità intra-regionale, con strutture che superano il 40% in Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia.
Nel rapporto Agenas, inoltre, si punta l’attenzione sulla concentrazione dei parti: nel 2023 si è registrato un leggero peggioramento rispetto agli anni precedenti con una progressiva riduzione del numero di strutture che hanno raggiunto la soglia dei 1.000 parti all’anno (136 nel 2023, per un valore corrispondente di casistica pari al 62%).
Aumentano i Punti Nascita al di sotto dei 500 parti annui (137 nel 2023, in cui si concentra l’8% del totale dei parti).
Il numero di parti complessivo continua a diminuire nel post-pandemia, seppur in misura minore rispetto al trend pre-pandemico: 381.766 parti nel 2023, 11.700 meno del 2022.