Il Coordinamento Scuole Aperte Campania ha raccolto 30mila firme contro la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza sanitaria. L’unica breve parentesi di apertura di tutti gli istituti si è avuta tra settembre e ottobre:”Oggi, in tutta Italia, si grida allo scandalo per lo slittamento delle aperture delle scuole superiori, ma nessuno parla dei bambini campani, che sono a casa da quasi un anno!“.
“Il Presidente della Regione Campania – scrivono – ritiene di dover e poter frenare la crescita della curva dei contagi a discapito dei nostri figli, fingendo di proteggerli e facendo presa sulla paura di tanti genitori. Questi si affidano a lui, senza rendersi conto che nel resto del mondo e d’Italia (dove i dati sulla diffusione del virus sono anche peggiori che in Campania) le scuole sono aperte. La verità è che tenere le scuole chiuse ha un costo pari a zero, perché i bambini non hanno voce e le scuole chiuse non richiedono ristori; anzi, molti insegnanti, per motivi che non sempre fanno onore alla categoria, sono favorevoli alla chiusura“.
De Luca ha precisato più volte che “le scuole non sono chiuse, c’è la didattica a distanza” ma, secondo il Coordinamento, “ignora o finge di ignorare che la scuola è un’altra cosa, a tutte le età, ma ancor più per i bambini piccoli. La Scuola non è solo imparare chi erano i Sumeri e le divisioni a due cifre; la Scuola è avere delle regole e un ritmo da rispettare; la Scuola è confronto con gli altri, condivisione, autonomia. E tutto questo un monitor non te lo dà. Ci sono bambini che hanno iniziato la prima elementare e, senza saper né leggere né scrivere, si sono ritrovati a utilizzare tablet e pc: adesso sono bravissimi con i dispositivi digitali (contrariamente a quello che noi genitori avremmo voluto per loro), ma non sanno ancora né leggere né scrivere. Costretti da mesi in casa, i nostri figli diventano ogni giorno più insofferenti e nervosi: c’è chi ha disturbi del sonno, chi fa collezione di tic nervosi, chi piange spesso e senza apparente motivo, chi ha scatti di nervi improvvisi“.
Dal 25 novembre il Presidente della Regione Campania ha disposto la riapertura delle scuole dell’infanzia e delle classi prime della primaria, lasciando però ai Sindaci la possibilità di adottare provvedimenti più restrittivi. Moltissimi di questi non hanno esitato a disporre la chiusura di tutte le scuole, a volte fino a gennaio 2021 inoltrato:”Questo è accaduto solo in Campania (a cui, purtroppo, si sono poi aggiunti Molise e Sicilia). In tutto il resto del Paese, i bambini delle scuole dell’infanzia e delle classi prime della primaria non hanno perso un giorno di scuola!“.
“Abbiamo sopportato di tutto – continuano – in questi ultimi mesi, ogni 15 giorni, il Presidente della Regione Campania ci illudeva che avrebbe riaperto le scuole, ma poi sosteneva che la curva era preoccupante e aprire non si poteva. E così, noi preparavamo lo zaino, la scuola ci inviava gli orari di ingresso scaglionati, ma la sera prima del ritorno a scuola il Presidente della Regione tirava fuori una nuova, incomprensibile e inaccettabile ordinanza con cui prorogava la chiusura delle scuole. Siamo arrivati adesso alla ennesima ordinanza, la n. 2/2021, in virtù della quale ci tocca aspettare fino al 23 gennaio per consentire di monitorare, ancora una volta, l’evoluzione della curva dei contagi. Cosa dovrebbe succedere per convincerlo a riaprire la scuola non lo sappiamo però i bar e i ristoranti riaprono senza attendere questi dati: perché? Sono posti più sicuri delle scuole? Nel frattempo, siamo a quasi 12 mesi senza scuola“.
Tanti genitori hanno impugnato al TAR le ordinanze regionali (ma queste vigono al massimo per 15 giorni ogni volta, per cui arrivano a scadenza prima del termine fissato per lo svolgimento dell’udienza collegiale), hanno fatto affiggere manifesti contro la chiusura delle scuole, hanno scritto al Presidente della Repubblica senza esito e aderito alle iniziative del Codacons oltre a firmare petizioni e coinvolgere i mezzi di informazione. “Nulla è servito. I nostri figli sono ancora a casa” chiosano.
“Anche il Governo si è dimenticato di noi: il ministro Azzolina dice che con Vincenzo De Luca non si può parlare, ma se non ci riesce lei, come possiamo riuscirci noi? – chiedono i genitori del Coordinament – Perché non impugna il Governo le ordinanze della Campania? Perché il Presidente della Repubblica non richiama al rispetto della Costituzione? Possibile che il calcolo politico si spinga fino a calpestare i diritti dei bambini?“.
– Chiara Di Miele –