L’abolizione del Reddito di cittadinanza a partire da gennaio 2024 sta scatenando il malcontento non solo dei cittadini percettori, ma anche di alcuni sindaci e del Presidente della Regione Campania.
La durata del Reddito di Cittadinanza è di 12 mesi per famiglie con minori, persone con disabilità, persone di età pari o superiore ai 60 anni e per le persone in condizione di svantaggio inserite in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali. Per questa fascia la scadenza è il 31 dicembre 2023. Per la restante parte della platea di percettori, d’età compresa tra 18 e 59 anni, appartenenti a nuclei familiari privi di minori, persone con disabilità o persone di età pari o superiore ai 60 anni il Rdc ha una durata di 7 mesi e comunque non oltre il 31 dicembre 2023, in base alla legge di Bilancio 2023.
A loro sarà destinato il Supporto alla formazione e al lavoro che prevede un’integrazione al reddito pari a 350 euro mensili, per un massimo di 12 mesi (non rinnovabili), che si ricevono mentre si frequentano corsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale.
Le voci di dissenso che si stanno susseguendo in questi giorni muovono dal metodo di comunicazione intrapreso dall’Inps, che ha annunciato la sospensione del reddito tramite un sms.
“È un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare – commenta il Presidente De Luca -. È chiaro che si sapeva questa scadenza, ma quando parliamo di famiglie e persone non possiamo usare l’algoritmo o l’sms, bisogna fare un lavoro di preparazione”.
Secondo il Presidente della Regione Campania “dobbiamo lavorare su due linee: la solidarietà per la povera gente vera e la trasparenza. Dobbiamo correggere alcune distorsioni registrate, fenomeni speculativi e parassitari vanno cancellati. Questo intervento del Governo esclude famiglie con minori a carico, persone con 65 anni e disabili. Ma questa cosa andava preparata meglio perché queste famiglie hanno avuto la sensazione di aver perduto tutto”.
In questi anni il Reddito è stato erogato tramite il supporto dei Comuni e ora “il Governo dice che chi viene escluso dal Reddito di cittadinanza deve rivolgersi ai servizi sociali del Comune – spiega De Luca – Teoricamente è corretto, ma abbiamo una condizione dei Comuni da disperazione, manca il personale essenziale a volte. Così orientiamo le persone verso il nulla“.
A margine di una conferenza stampa, stamattina De Luca ha ribadito la sua ricetta: “Va fatta una selezione corretta, vera e non finta, della povera gente. Oggi abbiamo la possibilità, usando servizi sociali comunali, piano sociali di zona, Inps, di avere tutte le informazioni disponibili per avere un numero certo della povera gente a cui va garantito un Reddito minimo. Non possiamo lasciare centinaia di migliaia di persone alla disperazione. Poi bisogna pensare alla formazione che va retribuita con un contributo anche minimo”.