Lettera aperta della studentessa dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Pomponio Leto” Marianna Russo
Avevo riposto fiducia in questo nuovo anno, dopo un 2019 pieno di delusioni, insieme al dolore della perdita di una persona cara. Invece sono chiusa in casa da più di due settimane.
Quasi un mese fa il Covid-19, un virus che ha ucciso migliaia di persone in Cina, è stato diagnosticato in Italia. Questo virus che sembrava così lontano da noi, e così piccolo, adesso sembra esser diventato un mostro, minacciando la vita di ogni persona.
“Come sto vivendo questa situazione?”, la mia risposta è sempre la stessa:”Male“.
Ho 18 anni, vedo la mia vita scorrere lentamente, diventando una triste routine.
Trascorro le giornate tra lo studio e le faccende di casa, tra faccende di casa e studio, nessuna variazione.
Mi sento impotente, come tutti, non so cosa fare, come reagire, non so come vivere nella normalità, perché parlando sinceramente, questa non si può chiamare normalità. Vedo negli occhi delle persone la paura del virus, la paura di non saper affrontare un problema del genere.
Fino a qualche settimana fa davo per scontato tante piccole cose, come un abbraccio o una carezza, un’uscita con gli amici per un caffè o per una semplice passeggiata. “La felicità è nelle piccole cose”, ora lo so.
Non so quando finirà tutto ciò, so solo che non darò mai più niente per scontato: i piccoli gesti, un abbraccio, l’affetto di un amico, di un caro, la libertà. Non vedo l’ora di uscire, di divertirmi, di terminare gli studi, di prendere la patente, di crescere, di rivedere tutte quelle persone che fanno parte della mia vita.
Immagino il giorno in cui il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ci dirà: “E’ tutto finito”.
Immagino il senso di leggerezza, di felicità e di libertà che ognuno di noi proverà.
La vita avrà un senso nuovo, perché avrò capito cosa significa vivere, davvero.
– Marianna Russo –