Dalla sua esperienza vuole lanciare un appello affinché non si verifichino casi simili e le persone non vengano “adescate” all’interno di gruppi totalizzanti.
La storia di Giuseppe Di Bello, di Potenza, è stata raccontata su Rai1 a “Storie Italiane”. L’uomo ha raccontato dell’allontanamento, ormai da anni, dell’ex moglie, vittima di una setta.
Ma il messaggio che ha voluto lanciare è più in generale sul problema. “La mia presenza all’interno del programma televisivo c’è stata per raccontare la mia storia, ma in particolar modo, per provare a difendere migliaia di famiglie che non hanno il coraggio di raccontare pubblicamente storie simili. Bisogna far capire alle persone che una volta entrati in un giro simile, si perdono affetti familiari, si viene isolati da tutto” ha sottolineato Di Bello.
“L’obiettivo della presenza in tv – ha aggiunto – non era quello di cercare la mia ex moglie, ma di prevenire altri casi, e vi assicuro che anche in Basilicata ce ne sono. Ci sono delle sette in Italia le quali sostengono che è cosa buona e giusta separarsi. Si prendono il tempo della tua vita, vengono dentro casa, chiedono sostegno economico e cercano nuovi adepti e le persone vengono totalmente isolate e sono impegnate dalla mattina alla sera”.
Giuseppe Di Bello, che è anche fondatore dell’Associazione Italiana vittime delle sette, chiede maggiore attenzione a questa problematica, affinché queste persone si estranino da questi gruppi totalizzanti, e chiede anche l’aiuto delle Istituzioni di ogni genere per il controllo di questo problema e per evitare situazioni simili.
– Claudio Buono –
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