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Pontecagnano: tentarono di uccidere un 49enne col metodo mafioso. In carcere 2 fratelli

Ornella Bonomo 15 Aprile 2025

Ieri pomeriggio a Pontecagnano Faiano il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Salerno ha dato esecuzione, con il supporto della Compagnia Carabinieri di Battipaglia, ad un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Salerno, nei confronti di due fratelli.

I due sono indagati per tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione in concorso, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo aggravati in concorso, violenza privata in concorso. Ad uno dei due si contesta anche una tentata estorsione. Tutti delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso.

In particolare, i fratelli sono ritenuti responsabili del tentato omicidio aggravato, messo in atto a Pontecagnano Faiano il 18 settembre 2022 ai danni di un 49enne salernitano.

Il movente sarebbe da individuarsi in un tentativo di estorsione, avvenuto la sera del 3 settembre 2022, da parte di uno dei due fratelli all’interno di una nota discoteca di Pontecagnano Faiano, dove la vittima lavorava. In quell’occasione, l’indagato avrebbe minacciato e aggredito il 49enne, addetto alla cassa, pretendendo uno sconto sulle consumazioni alcoliche, per sé e per i suoi amici, senza ottenerlo. A fronte del rifiuto del cassiere, l’imputato avrebbe dapprima invitato la vittima a seguirlo all’esterno, per poi allontanarsi dal locale minacciandola. I suoi propositi di vendetta si sarebbero concretizzati alcune settimane dopo, con l’ausilio del fratello.

In particolare, l’agguato sarebbe avvenuto nelle prime ore del 18 settembre, lungo la litoranea che da Pontecagnano Faiano conduce a Salerno.

Secondo l’ipotesi accusatoria, dopo essersi appostati ed aver notato il passaggio dell’auto del 49enne, i fratelli, coperti da passamontagna, occhiali scuri e con armi in pugno, dopo aver costretto l’uomo ad arrestare la marcia dell’auto e dopo aver tentato di aprirne gli sportelli e sfondarne i finestrini con il calcio delle pistole, a fronte della fuga del malcapitato, si sarebbero lanciati al suo inseguimento a tutta velocità a bordo di un’auto a noleggio, esplodendo per strada ed in direzione della vittima diversi colpi di pistola. Dopo aver frantumato il lunotto posteriore e attinto in diversi punti i sedili dell’auto, non lo avrebbero ferito per mera fortuna.

Le indagini sono state svolte avvalendosi della visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nei comuni di Salerno e di Pontecagnano Faiano e dell’analisi del tracciato GPS del sistema satellitare installato sulla vettura dei due fratelli, noleggiata sotto falso nome.

Sulla base di questi elementi, e con l’incrocio dei dati di traffico telefonico e telematico, si è sostenuta la presenza degli indagati a bordo dell’auto adoperata per l’agguato e nei posti abitualmente frequentati anche nei giorni immediatamente precedenti e successivi al fatto.

La consulenza tecnico-balistica effettuata durante le indagini ha inoltre permesso di ricostruire la precisa dinamica dell’azione di fuoco e la riferibilità dei colpi esplosi a due differenti armi da sparo. La dinamica dei fatti ricostruita e le condotte realizzate, anche prima dell’agguato, sono ritenute tali da evocare nei confronti della vittima la forza intimidatrice tipica dell’agire mafioso.

L’ordinanza cautelare, inoltre, ricostruisce il contesto delinquenziale nel quale i fratelli sarebbero stati già da tempo inseriti, in particolare quanto al vicinanza al gruppo criminale noto alle cronache come “I ragazzi di Pastena”, già coinvolti e condannati in relazione ai gravi fatti avvenuti il 5 novembre 2006 presso la discoteca “Soho Federica” di Salerno, a seguito dell’aggressione operata dagli indagati e da altri appartenenti al gruppo a danno di appartenenti alle Forze dell’Ordine intervenute per sedare una rissa. Durante questa aggressione si verificò il tentato omicidio di un Ispettore Capo della Polizia, tentata rapina di un’arma da fuoco di un poliziotto, rapina della pistola di ordinanza di un carabiniere ed il ferimento di alcuni degli uomini delle Forze dell’Ordine.

Il provvedimento cautelare è ovviamente suscettivo di impugnazione e le accuse così formulate saranno sottoposte al vaglio del giudice nelle fasi ulteriori del provvedimento.

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