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Polemiche su ricerche Simon Gautier. Addetto stampa Soccorso Alpino:”Abbiamo lavorato per trovarlo vivo”

Chiara Di Miele 21 Agosto 2019

La morte di Simon Gautier, escursionista francese scomparso il 9 agosto e ritrovato domenica pomeriggio senza vita in un dirupo presso il Pianoro di Ciolandrea a San Giovanni a Piro, ha lasciato l’Italia nel dolore, ma anche nello sgomento e in preda ad una serie di polemiche sull’organizzazione dei soccorsi. Dopo il post Fb di due soccorritori cilentani che chiedono scusa a Simon per “essersi perso nella nazione sbagliata” interviene Angelo Caprio, addetto stampa del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania.

“Abbiamo cercato Simon per più di una settimana battendo chilometri e chilometri di terreni impervi – spiega -. Percorrendo tutti i sentieri della zona. Poi l’avvistamento. Così ti riprepari, fai un nuovo check dell’attrezzatura, zaino in spalla, e dopo esserti svegliato ancora una volta alle 5 del mattino, aver speso un’altra intera giornata a setacciare pareti e canaloni sotto il sole rovente, parti al buio per andare a recuperare il corpo. Ore e ore di lavoro di squadra, di manovre tecniche, di discese ripide con scariche di sassi, per portare a mare il corpo. Consegni la barella alle autorità e aspetti che vengano a prenderti con un gommone per portati al vicino porto. È il pomeriggio del giorno dopo ormai. Non hai riposato nemmeno un minuto. Ti fermi un po’, non troppo che devi rimetterti in auto o in treno e fare decine di chilometri, se ti va bene, per tornare di nuovo, dopo 38 ore, finalmente a casa, perché il giorno dopo ti tocca andare a lavoro, il tuo vero lavoro, quello per portare a casa il pane. E senti poi gente e TG che parlano di ritardo nei soccorsi, che in Francia avrebbero fatto meglio, che le tv francesi hanno dovuto costringerci a far iniziare le ricerche“.

Caprio non ci sta alle critiche sollevate sulla gestione dei soccorsi. Ricordiamo che è stato proprio un componente del Soccorso Alpino ad individuare in fondo al precipizio lo zaino di Simon e successivamente, anche con l’ausilio di un drone, il corpo senza vita del giovane.

“La verità la sai solo tu, i tuoi colleghi, gli altri operatori che hanno lavorato con te – prosegue l’addetto stampa del Soccorso Alpino campano -. La verità è che tu non volevi altro che riportarlo a casa sano e salvo. Non volevi altro che i tuoi giorni di sacrifici venissero ricompensati con un sorriso dei genitori. Dovrebbero sapere che tu eri lì fin da subito, a rischiare la tua vita, per un tuo coetaneo che condivideva con te l’amore per la montagna. Dovrebbero sapere che tutto ciò che fai, tu lo fai da volontario, senza prendere un centesimo, anzi che tu usi i tuoi risparmi per comprarti l’attrezzatura, lasci i tuoi cari quando ti arriva la chiamata, che sia giorno, notte o Natale, accettando di non avere la certezza assoluta di rientrare a casa. Eppure tu ci sei. Perché tu sei un soccorritore del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Che tu sia della Campania, del Lazio, della Basilicata o di qualunque altra regione, tu ci sei“.

Nel frattempo la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania sulla vicenda ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e nella tarda mattinata di oggi sulla salma di Simon Gautier verrà effettuato l’esame autoptico presso l’obitorio dell’ospedale di Sapri, dove si trova dal giorno del recupero. Stando a quanto emerso da un primo esame medico legale esterno il giovane sarebbe morto circa 45 minuti dopo la richiesta di aiuto al 118 a causa di una grave emorragia dovuta alla frattura della gamba.

– Chiara Di Miele –


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