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Petrolio, messa in produzione del Pozzo Pergola 1 a Marsico Nuovo. Di Giuseppe scrive al ministro Costa

Chiara Di Miele 18 Dicembre 2018

Giuseppe Di Giuseppe, attivista del Meetup Amici di Beppe Grillo Attivisti Sala Consilina, ha scritto al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in merito alla messa in produzione del pozzo Pergola 1 e alla realizzazione delle condotte di collegamento all’Area Innesto 3 nell’ambito della concessione di coltivazione idrocarburi Val D’Agri, chiedendo che la Commissione tecnica di verifica esprima parere negativo di compatibilità ambientale tenendo conto della volontà dei cittadini del Vallo di Diano e del Tanagro che già hanno espresso il loro dissenso attraverso una petizione popolare del 2014, firmata dall’attuale Sottosegretario allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi, dal Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo e dal senatore Franco Ortolani, e trasmessa in Regione Campania all’allora governatore Stefano Caldoro.

Il 12 settembre 2014 il Comune di Marsico Nuovo ha rilasciato il permesso di costruire relativo all’Approntamento postazione sonda denominata Pergola 1 e adeguamento attraversamento vallone Guagliariello, trasmettendo, sulla base delle integrazioni di Eni inviate al Ministero il 28 giugno scorso, osservazioni integrative volontarie relative al solo tracciato delle condotte di collegamento del pozzo Pergola 1 all’Area Innesto 3. Il bacino idrografico di Marsico Nuovo è comunicante con quello del Vallo di Diano e l’area oggetto del permesso è classificata come sismica e presenta numerose faglie sismogenetiche.

Così il Meetup Amici di Beppe Grillo Attivisti Sala Consilina esprime ancora una volta la sua contrarietà alla messa in produzione del pozzo “Pergola 1” e alla realizzazione dell’associato oleodotto di collegamento come avanzato da Eni, in quanto “autorizzarne la messa in produzione – spiega Di Giuseppe al ministro Costa – significherebbe rinnegare quanto sino ad oggi è stato fatto a sostegno dello sviluppo eco-compatibile, compromettendo la bellezza e la serenità dei luoghi, con ripercussioni fortemente negative in termini di attrattività turistica dell’intero territorio e accentuando, al contempo, le preoccupazioni per le diverse forme di inquinamento e di alterazione ambientale legate alle attività di estrazione e trasporto del petrolio“.

Di Giuseppe, inoltre, evidenzia la mancata presentazione delle osservazioni nel 2015 da parte della Regione Basilicata, dei Comuni lucani e del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese e che le uniche osservazioni sono state prodotte dai Comuni campani di Atena Lucana e Sala Consilina, dalla Comunità Montana Vallo di Diano, da cittadini lucani e campani, da Italia Nostra Salerno, dall’Organizzazione lucana ambientalista, dal Comitato Nessun Dorma, dagli organi di gestione delle Riserve naturali “Foce Sele-Tanagro-Monte Eremita-Marzano”.

“Esiste un interesse pubblico, attuale e concreto, alla tutela del territorio, – scrive Di Giuseppe a Costa – perché esposto al rischio di un pregiudizio alla salute ed all’ambiente permanente ed irreversibile, per effetto di atti autorizzativi non conformi alla generale programmazione territoriale e nel merito della questione petrolifera il territorio del Vallo di Diano, già da oltre 15 anni, si è espresso negativamente. Il territorio e le amministrazioni valdianesi da diversi anni stanno investendo risorse ingenti per sostenere uno sviluppo che va in crescita armonica non solo con l’agricoltura ma anche di altri settori più direttamente connessi con il turismo sostenibile e con la fruizione dei beni culturali ed ambientali di cui il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è ricco“.

– Chiara Di Miele –

 

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