Si è tenuto ieri nella Sala Inguscio della Regione Basilicata un incontro istituzionale per fare il punto sulle misure di contenimento previste dall’Ordinanza n. 5/2024 e definire nuove strategie per contrastare la diffusione della Peste Suina Africana (PSA). Presenti il Commissario Straordinario per la PSA Giovanni Filippini, accompagnato dal Direttore dell’Ufficio II del Ministero della Salute Luigi Ruocco e da Matteo Ruta, componente della struttura commissariale, insieme ai rappresentanti delle istituzioni regionali e dei principali enti coinvolti.
Durante l’incontro il Dipartimento delle Politiche Agricole e Forestali ha presentato numerose proposte che recepiscono le istanze degli Ambiti Territoriali di Caccia (AATTCC) e delle associazioni venatorie, tenendo conto della particolare conformazione del territorio lucano che ospita tre parchi regionali, due parchi nazionali e diverse oasi naturali.
“È fondamentale che nella gestione della Peste Suina Africana venga riconosciuta la specificità del nostro territorio, caratterizzato da un equilibrio tra attività venatoria e tutela del patrimonio suinicolo – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Carmine Cicala –. Il ruolo delle associazioni di caccia e degli Ambiti Territoriali di Caccia è cruciale nella prevenzione della diffusione del virus ed è per questo che abbiamo avanzato proposte concrete per garantire un’azione coordinata ed efficace”.
Un contributo sarà offerto dall’utilizzo dell’applicazione X-Caccia, che consentirà il monitoraggio in tempo reale della situazione faunistica, fornendo dati utili alla struttura commissariale per la Peste Suina Africana. Queste informazioni saranno determinanti per portare in sede europea le istanze della Basilicata, con l’obiettivo di ottenere una rimodulazione delle attuali restrizioni imposte al territorio.
“Attraverso un lavoro sinergico tra agricoltura, ambiente e sanità vogliamo costruire un percorso che tuteli il comparto zootecnico e venatorio, senza penalizzare ingiustamente chi opera nel rispetto delle regole – ha aggiunto Cicala –. L’auspicio è che l’Europa possa riconoscere gli sforzi messi in campo dalla nostra Regione e permettere una gestione più flessibile ed equilibrata della crisi”.
“La nostra esperienza sul campo – ha affermato Salvatore Maio, presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia 2 – e la conoscenza diretta del territorio ci permettono di comprendere appieno l’importanza di una gestione equilibrata della fauna e del controllo della PSA. Riteniamo fondamentale che le restrizioni imposte alle attività venatorie siano riconsiderate quanto prima. Per la prossima stagione venatoria è urgente permettere la ripresa della braccata e della caccia al cinghiale anche nei comuni attualmente soggetti a restrizioni. La braccata, se ben regolamentata, rappresenta uno strumento efficace per il controllo della popolazione di cinghiali e per contenere la diffusione del virus, riducendo così il rischio di danni alle colture e al patrimonio zootecnico. Chiediamo con forza una revisione delle attuali misure, appena ci saranno le condizioni, in modo da consentire la ripresa dell’attività venatoria nel rispetto delle normative sanitarie, ma senza penalizzare chi espleta un’attività preziosa di riduzione dei rischi di diffusione della PSA, nel pieno rispetto delle regole”.
L’impegno del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali prosegue con determinazione, a fianco delle associazioni venatorie, puntando a un’efficace strategia di eradicazione della Peste Suina Africana e alla tutela del patrimonio agro-zootecnico, nel rispetto delle peculiarità del territorio e delle attività ad esso collegate.