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Omicidio Olena Tonkoshkurova a Polla. Le motivazioni della Cassazione per la condanna dell’assassino

redazione 4 Ottobre 2019

Non c’è prova dell’omissione dell’avviso all’imputato della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio del magistrato e per questo i verbali sono da considerarsi validi. È questo uno dei motivi per i quali la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 21 anni di reclusione nei confronti di Dmytro Zastavnetskyi, l’ucraino residente nel comune di Polla ritenuto autore dell’omicidio di Olena Tonkoshkurova, la massaggiatrice 50enne ucraina uccisa barbaramente a Polla il 24 giugno del 2013.

Secondo l’avvocato quando Zastavnetskyi fu interrogato la traduttrice fraintese il significato di “facoltà di non rispondere” traducendolo in modo completamente diverso, così l’uomo non capì che avrebbe potuto astenersi dal rispondere durante l’interrogatorio.

La Corte di Cassazione respinse il ricorso presentato dall’avvocato e uno dei motivi risulta essere proprio la mancanza di prove dell’omissione dell’avviso all’imputato della facoltà di non rispondere.

Dmytro Zastavnetskyi, allora 27enne, fu arrestato dopo 12 ore di intense indagini dai Carabinieri della Stazione di Polla. A tradirlo fu la bicicletta con la quale si era allontanato dall’abitazione della vittima.

Olena morì per dissanguamento dopo essere stata colpita alla gola con un coltello.

– Paola Federico –


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