Sono trascorsi dieci lunghi anni da quella sera del 5 settembre del 2010, quando a Pollica il sindaco Angelo Vassallo venne ucciso con nove colpi di pistola da una mano che, ancora oggi, resta ignota ed impunita.
Da quel momento hanno preso il via indagini che, purtroppo, sembrano infinite e spesso senza via d’uscita. Il “Sindaco pescatore”, come era conosciuto dai più, negli ultimi tempi si era mostrato particolarmente preoccupato per lo spaccio di droga nella frazione di Acciaroli, meta ambita da numerosi turisti durante l’estate. Proprio per questo una sera al porto aveva affrontato di persona alcuni spacciatori. Le indagini condotte dalla Procura di Vallo della Lucania, dunque, da subito si mossero lungo questa pista.
Il primo ad essere sospettato fu Bruno Humberto Damiani, “il brasiliano”, scagionato dopo anni con l’archiviazione perchè è stato escluso dall’esame dello stube che avesse sparato quella sera.
Poi tanti carabinieri ruotano a vario titolo in questo giallo lungo dieci anni. A partire dal Colonnello Fabio Cagnazzo, che in quei giorni si trovava in vacanza ad Acciaroli, e che aveva fatto rimuovere le telecamere di un negozio sul porto senza alcuna autorizzazione e con la scusa di preservare delle prove. Cagnazzo finisce sotto indagine insieme all’attendendte Luigi Molaro, ma per entrambi arriva l’archiviazione.
Tra i protagonisti della vicenda anche la vigilessa Ausonia Pisani, figlia di un ex Generale dei carabinieri, coinvolta insieme all’ex compagno in un duplice omicidio avvenuto nel 2011 a Cecchina. Il padre Generale si era interessato per far rilasciare a due imprenditori napoletani la concessione di un lido balneare negata, però, da Vassallo. Le perizie balistiche hanno escluso qualsiasi compatibilità tra l’arma che ha ucciso Vassallo e la pistola della Pisani.
Tanti i dubbi in questi dieci anni di indagini: la pistola mai ritrovata, la mancanza di testimoni oculari, le dichiarazioni contraddittorie raccolte nel tempo. Tutte falle che non hanno permesso di assicurare alla giustizia il responsabile della morte del “Sindaco pescatore” che, anno dopo anno, viene ricordato e onorato con diverse iniziative ma il cui sacrificio non ha ancora ottenuto il giusto riconoscimento, quello dell’arresto del suo assassino.
“Dopo dieci anni ancora non siamo riusciti a darti giustizia – scrive oggi il sindaco di Pollica, Stefano Pisani – . Rimangono le tue idee… manca il tuo sorriso, con quello era tutto più semplice!“.
“Questa sera sarà una Festa della Speranza diversa, dura, senza sconti e i 200 posti sono ormai esauriti – dichiara invece il fratello Dario, che da anni lotta affinchè sulla morte di Angelo venga fatta chiarezza -. Chiedo ai Ponzio Pilato che durante questi dieci anni se ne sono lavati le mani di non venire. Quella da voi utilizzata non era acqua, ma il sangue di Angelo. Inoltre chiedo ai politici di professione, falsi amici di Angelo, di non fare sempre le stesse dichiarazioni, e da dieci anni, perché avete rotto con la vostra falsità“.
– Chiara Di Miele –