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Novembre è il mese della prevenzione maschile. Intervista al dottore Donato Soldovieri

Chiara Di Miele 12 Novembre 2022

Novembre è il mese della prevenzione maschile. Si stima che nel corso della vita un uomo su due si ammali di tumore e, in generale, che gli uomini vivano 5 anni in meno rispetto alle donne per motivi molto spesso prevenibili. È nota la tendenza maschile a cercare di ritardare o evitare il più possibile visite mediche, esami e screening per la prevenzione. Secondo l’ultimo rapporto della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, su un campione di 1000 uomini di età compresa tra i 18 e i 64 anni il problema è ancora largamente sottovalutato.

Ne abbiamo parlato con il dottore Donato Soldovieri, originario di Auletta e ricercatore medico presso il Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti all’IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

  • Quali sono le neoplasie “azzurre” più frequenti?

Novembre è il mese della prevenzione del tumore alla prostata, viene soprannominata neoplasia azzurra perché può colpire solamente i maschi. “Novembre azzurro” è stato istituito per sensibilizzare agli screening perché purtroppo è nota la tendenza maschile a cercare di ritardare o evitare il più possibile visite mediche, esami e screening per la prevenzione. Le motivazioni sono diverse. Tra le scuse più ricorrenti la mancanza di tempo, la paura di scoprire che qualcosa non va e il fatto di non sentirsi a proprio agio con alcuni esami tra cui, in particolare, il controllo della prostata. Un’ indagine ha rilevato che un terzo degli uomini non ritiene di aver bisogno di screening sanitari annuali e due terzi credono di essere più sani degli altri in generale. Tra le neoplasie “azzurre” più frequenti ritroviamo il tumore della prostata, il tumore del polmone, il tumore del colon-retto, il tumore della vescica e quello del rene e vie urinarie e, seppure più rari, il tumore al testicolo ed il carcinoma del pene.

  •  Quali sono i campanelli d’allarme?

I campanelli di allarme sono differenti a seconda di dove si origina la neoplasia. Esempi di alcuni campanelli di allarme possono essere febbricola ricorrente, cambiamento persistente nelle abitudini intestinali e urinarie, la raucedine, inspiegabile perdita di peso, linfonodi ingrossati, difficoltà di guarigione di una ferita ma in generale ogni cambiamento persistente deve essere attenzionato. Quindi quando si nota un cambiamento persistente è importante rivolgersi al medico il quale provvederà ad indagare la causa.

  •  Quanto è importante la prevenzione maschile e a partire da quale età è necessaria?

La prevenzione oncologica maschile dovrebbe richiamare maggiore attenzione e impegno da parte di tutti. Si stima, infatti, che nel corso della vita un uomo su due si ammali di tumore e, in generale, che gli uomini vivano 5 anni in meno rispetto alle donne per motivi molto spesso prevenibili. L’età è variabile, causa l’ereditarietà anche. Per gli screening a partire dai 40-50 anni, effettuando dei check-up annuali con visite specialistiche, come ad esempio quella urologica e misurazione del PSA, che è un antigene che funziona come spia per il tumore della prostata.

  •  Quali esami sono consigliabili?

Oltre all’esame del PSA con visita urologica e agli esami del sangue per controllare lo stato di salute generale del corpo è importante anche lo screening colon-retto ovvero la ricerca di sangue occulto nelle feci che è consigliata sopra i 50 anni, in Italia è attiva inoltre una campagna di screening gratuito. Se associata a colonscopia è in grado di individuare il 75% dei tumori del colon-retto. L’autopalpazione del testicolo utile per prevenire il tumore del testicolo, il quale registra in Italia circa 2000 casi ogni anno e colpisce principalmente tra i 25 e i 49 anni, con una frequenza di crescita pari al 45% negli ultimi 30 anni. Il consiglio è di iniziare a sottoporsi a visite, esami e valutazioni urologiche a partire dai 40 anni. La valutazione primaria consiste in un’accurata analisi dei possibili fattori di rischio associati alle principali malattie che possono colpire gli uomini in età adulta e sugli esami clinici. Conoscere prima possibile e intervenire repentinamente permette un miglior successo delle cure, portando le stesse a essere in molti casi meno invasive.

  • Quanto influiscono alimentazione e stile di vita sull’incidenza di queste patologie?

Come per la maggior parte delle patologie croniche, tumorali e non, una dieta ricca di grassi  e fattori di rischio correlati come l’obesità sembrano partecipare all’aumento dell’incidenza. Anche le carenze in micronutrienti sembrano configurarsi come un fattore di rischio, tra cui i deficit di vitamina D e del selenio, elementi che contribuiscono a mantenere la normale funzione del sistema immunitario e che proteggono le cellule dallo stress ossidativo. La prevenzione primaria, declinabile per ogni sesso, dovrebbe porre le sue radici fin dall’infanzia, educando ad abitudini e stili di vita sani da perpetrare negli anni a seguire: attività fisica regolare, alimentazione sana ed equilibrata, mantenimento del corretto peso corporeo, astensione da alcol e fumo e igiene del sonno.

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