Lettera aperta alla redazione di Franco Iorio
Non è cosa nuova per il nostro Paese. Ops: Nazione! Lo diceva Piero Calamandrei: “Il rinvio, simbolo della vita italiana: non fare mai oggi quello che potresti fare domani. Tutti i difetti e forse tutte le virtù del costume italiano si riassumono nella istituzione del rinvio: ripensarci, non compromettersi, rimandare la scelta, tenere il piede in due staffe, il doppio giuoco, il tempo rimedia a tutto, tira a campà”.
Così il Governo di Giorgia Meloni è impegnato nella “logica del pacco”, si impunta sugli alloggi universitari e nel frattempo scadono i termini per l’erogazione della quarta rata. La premier incoraggia: “Dimostreremo che l’obiettivo è raggiunto e sbloccheremo la terza rata”.
E da parte sue la ministra Anna Maria Bernini infatti garantisce che i 7500 posti letto ci sono, però sono scaduti nei giorni scorsi anche i termini per il conseguimento dei 27 obiettivi del Pnrr da raggiungere al 30 giugno per sbloccare il quarto pagamento di Bruxelles con destinazione Roma: un assegno da 16 miliardi di euro. E allo scadere, l’esecutivo non è riuscito a portare a casa nemmeno la metà degli obiettivi.
Voci di battage assicurano che “pochi giorni e il ministro Fitto presenterà al Paese le proposte di modifica al Pnrr, compresa l’integrazione Repower Eu, in coordinamento con i Fondi di Coesione”. E’ una partita questa da quasi 300 miliardi di euro in arrivo per l’Italia, che si spargeranno da adesso al 2029, come dovrebbe dimostrarsi nei piani del ministro Raffaele Fitto, che ha la delega al Recovery e agli Affari europei.
Però il Governo di Giorgia insiste sulla logica del pacchetto: “Mes, Pnrr, Unione Bancaria, Patto di Stabilità vanno negoziati tutti insieme”, logica questa che non trova ascolto dall’altra parte. Così rimaniamo in attesa di un futuro ricco di risorse che pioveranno sul nostro Paese, con il pericolo però che “la logica del pacco”, più che darlo, lo potrebbe ricevere l’Italia.
Per chiarezza e per capirci qualcosa, ecco i più importanti target che risultano in ritardo:
- l’assegnazione degli appalti per la costruzione di 6.500 stazioni di ricarica per le auto elettriche (Salvini dove sei?);
- le quaranta stazioni di rifornimento per veicoli a idrogeno (ne sono state aggiudicate 35);
- i contratti per la costruzione di 264mila nuovi posti negli asili nido, per un totale di 4,6 miliardi di euro;
- il rifacimento degli studi cinematografici di Cinecittà;
- l’assegnazione delle borse di studio per i medici di base, le cui ultime tracce risalgono all’ottobre 2022, quando i soldi sono arrivati alle Regioni;
- lavori di ristrutturazione degli immobili in ottica antisismica e di risparmio energetico, in capo al ministero dell’Ambiente;
- spunta anche l’entrata in vigore delle riforme dei processi civile e penale.
Insomma si aggiungono oggi altri venti nuovi ritardi sulla messa a terra del Pnrr. Che, attenzione, si accavallano ai clamorosi ritardi legati alla terza rata. Però i ritardi della quarta rata che ora si sommano a quelli di dicembre della terza, per un totale di 35 miliardi di euro, non preoccupano il ministro Fitto, il quale rinvia “nei prossimi giorni…” e non si rende conto che il tutto ci presenta molto più deboli e poco affidabili.
Si sta mettendo a serio rischio la credibilità del nostro Paese. Parafrasando Montanelli penso che oggi “il bello dei politici è che, quando rispondono, uno non capisca più cosa gli avevano domandato”.
– Franco Iorio –