#NatoaPolla. E’ l’hashtag che in queste ultime ore impazza sui profili Facebook, come in un vorticoso tam-tam social, dopo la notizia della prossima disattivazione del Punto Nascita dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla.
Il malumore, lo spirito polemico, gli attacchi alla politica e alle sue scelte, la voglia di protestare contro quella che sembra una decisione che discrimina, ancora una volta, un vasto territorio a sud di Salerno hanno spinto numerosi utenti del social più gettonato a condividere rapidamente, a catena, due frasi all’apparenza ordinarie ma che, in realtà, racchiudono un lungo percorso legato ai luoghi in cui si nasce. La maggioranza dei cittadini del Vallo di Diano, infatti, ha visto la luce nei due presidi ospedalieri. Nella Maternità del “Curto” si nasce da decenni, il nido ha visto dormire e sentito i pianti di migliaia di neonati, il reparto di Ginecologia e Ostetricia hanno accolto altrettante mamme in ansia per il primo parto o gioiose di accogliere nelle proprie vite altri figli.
Stando al decreto emanato dalla Regione Campania nella giornata di lunedì dal nuovo anno non succederà più. Non si nascerà più a Polla. Bisognerà andare lontano da casa per far vedere la luce ai propri bambini oppure, come sottolineato ironicamente da molti sempre su Fb, si ritornerà alle “vammane“, la storica figura delle levatrici che, prima delle diffusione del parto in ospedale, assistevano in casa le partorienti.
La speranza è che, perchè no?, anche attraverso i social l’appello per la tutela del Punto Nascita arrivi a chi può ancora dare una speranza ad una comunità troppe volte scippata di servizi essenziali. Anche nel Golfo di Policastro in queste ore le pagine Fb si sono riempite dell’hashtag #NatoaSapri contro la chiusura del Punto Nascita dell’ospedale “dell’Immacolata”.
Intanto nella notte sono spuntati a Polla dei fiocchi rosa e azzurri accompagnati da un cartello di protesta. “E’ nata una nuova bugia politica!” è il duro attacco che parte dall’anonimo foglio affisso anche sui cancelli dell’ospedale. “I fiocchi per ora sono in segno di protesta verso questa classe politica che partorisce giorno per giorno bugie solo per fini elettorali – fanno sapere gli artefici dell’iniziativa – la nostra azione è solo l’inizio, il nostro obiettivo è quello di colorare tutto il comprensorio con i colori rosa e celeste, in segno di rinascita sociale, culturale e politica. Quindi invitiamo tutti a mettere davanti alla propria casa i fiocchi, per dare un segno a questa classe politica che noi ci siamo e che combattiamo per avere quello che ci spetta. Per avere almeno i servizi essenziali, non vogliamo il Cardarelli a Polla, ma almeno un ospedale efficiente. Non siamo secondi a nessuno“.
– Chiara Di Miele –
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