La Chiesa di Potenza, attraverso l’Arcivescovo metropolita Salvatore Ligorio, decide di parlare in merito al giallo della morte di Elisa Claps di cui quest’anno ricorre il trentennale. Diverse le manifestazioni, anche di protesta, messe in piedi in queste settimane nella città capoluogo lucana per ricordare la giovane uccisa da Danilo Restivo e ritrovata nel 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità.
Ligorio in un’intervista esclusiva concessa al “Corriere della Sera” conferma l’estraneità della Chiesa e spera nella riconciliazione con la famiglia Claps, annunciando che verrà pubblicato un dossier su tutta la vicenda “per aiutare la gente a capire. All’interno ci saranno sentenze, documenti, allegati per fare chiarezza sulle polemiche, dicerie e false notizie che si sono susseguite in questi anni“.
“Siamo stati sempre disponibili alla collaborazione e i nostri sforzi sono stati sempre orientati nella ricerca della verità – afferma -. Alcuni sacerdoti, addirittura, si sono messi in prima linea a collaborare con la famiglia. Non siamo stati dietro le quinte, ma protagonisti impegnati nel percorso di giustizia. Ci sono stati tanti incontri con la famiglia. Quando, però, eravamo sul punto di comprenderci Gildo Claps ha continuato ad essere incomprensibilmente diffidente. Probabilmente, siamo noi stati superficiali nelle comunicazioni. Loro vogliono le nostre scuse e ci chiedono di assumerci le responsabilità antecedenti il fatto e dopo il fatto. Che ci sia stata un po’ di confusione, una poco approfondita analisi sul fatto, questo sì, ma pensare che siamo complici per quello che è accaduto mi sembra ingeneroso“.
Su don Mimì Sabia, parroco della Trinità all’epoca dei fatti, l’Arcivescovo sostiene di non averlo conosciuto, ma di aver compreso che “era una persona dal temperamento forte, vecchio stampo, come forse erano stati educati i sacerdoti della sua epoca i quali pensavano di essere custodi della propria comunità. Se fosse realmente venuto a conoscenza che nel sottotetto della Trinità ci fosse stato un cadavere appartenente in questo caso ad Elisa, non sarebbe sopravvissuto neanche un minuto. Non avrebbe retto alla paura. Gli hanno addebitato accuse improprie“.
Monsignor Ligorio ha vietato le riprese nella Trinità in occasione della registrazione della fiction Rai “Per Elisa”. “Non potevo farlo per rispetto da parte nostra per il luogo dove è accaduto il fatto e, soprattutto, per Elisa” dichiara al Corriere.
E sulla Messa celebrata lo scorso 5 novembre nel luogo in cui la giovane fu trovata mummificata e sulle successive offese rivolte al suo indirizzo da chi protestava all’esterno dice: “Sono rimasto basito. Molta di quella gente non era di Potenza. Esponenti di Libera con un megafono aizzavano la folla. Non è stato dignitoso per loro, in quanto cattolici. Ho chiamato don Ciotti e lui mi ha chiesto scusa“.
Sulla riapertura al culto della chiesa al centro della città l’Arcivescovo dichiara di averne parlato con il Papa concordando sul fatto di non svolgervi riti festosi e sul ruolo di don Marcello Cozzi, da sempre vicino ai Claps, aggiunge: “Ha voluto assumere il ruolo di mediatore tra la Chiesa e la famiglia. Senza riuscirci. Forse una maggiore chiarezza e determinazione da parte sua avrebbero contribuito a dissipare equivoci che comunque si sono creati“.