“Io e mia madre eravamo una cosa sola, ho provato a fermarla”.
È quanto ha dichiarato su Rai 1 a “La vita in diretta” Guido, figlio 32enne di Carla D’Acunto, la nota ristoratrice morta a Salerno dopo essere precipitata da un terrapieno.
Il 32enne è iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Salerno per l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. I due, secondo il racconto reso dal figlio della vittima, stavano andando in automobile dalla loro abitazione verso il ristorante.
“Mamma era la mia vita. Parlavamo della difficile situazione che stavamo affrontando per via di una vicenda giudiziaria che ci vedeva coinvolti entrambi. Tra l’altro, mi veniva preclusa la possibilità di vedere le mie figlie”, ha spiegato l’uomo ai microfoni del programma Rai.
Entrambi erano stati denunciati dall’ex compagna del giovane; la situazione aveva portato “all’applicazione del braccialetto elettronico e al divieto di vedere le mie figlie se non in maniera protetta”.
La posizione a carico di Carla, anche lei denunciata, era stata archiviata qualche settimana fa.
“E’ scesa dall’auto – ha continuato a raccontare – ed è scappata dicendo ‘adesso basta’. Non me lo sarei mai aspettato. Non lo so se è caduta o si è buttata volontariamente. All’inizio si muoveva, parlava”.
Guido, visibilmente commosso e provato da quanto accaduto, ha anche commentato il fatto di essere indagato per istigazione al suicidio: “Sentirmi accusato è qualcosa di doloroso, non ho più mamma”.
Ai microfoni di Lucilla Masucci, inoltre, è intervenuto anche il legale difensore del 32enne, l’avvocato Michele Sarno: “Si tratta di un atto dovuto del PM che ha aperto un fascicolo e indaga sull’unica persona che era presente in quel momento. Non era un litigio, ma un’accesa discussione dovuta all’amarezza di quanto vissuto e che ha portato all’esasperazione. La posizione di Carla, inoltre, era stata archiviata. Madre e figlio erano molto legati”.
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