Questa mattina genitori, alunni, insegnanti, personale scolastico e cittadini si sono ritrovati in piazza Amendola a Salerno per protestare contro la chiusura delle scuole dell’infanzia, della primaria e della scuola secondaria disposta dal Presidente De Luca.
Una decisione che è arrivata due giorni fa e prevede la chiusura fino al 29 gennaio. Il Coordinamento Scuole Aperte Salerno, insieme a Cobas Scuola Salerno ed Hormè liberi di crescere, ha lanciato il manifesto di protesta che ha raccolto il consenso di molti genitori che questa mattina sono scesi in piazza.
“La cosa più facile da fare è chiudere la scuola ma i nostri figli avranno sempre un deficit di due anni mancanti di scuola – commenta un’insegnante scesa in piazza- La discriminazione riguarda sempre e soltanto i ragazzi della Campania. Al momento non ci sono i presupposti per chiudere le scuole e questa decisione penalizza solo i nostri bambini e ragazzi. Invito tutti i genitori a vedere quali saranno i risultati nel futuro dei nostri ragazzi, perché l’apprendimento non avviene attraverso un computer ma in classe, socializzando e conversando insieme. Le catene di contagio vengono bloccate nelle scuole perché applichiamo i protocolli con serietà e fermezza.”
Anche Giorgia piccola alunna salernitana ha fatto sentire la sua voce: “Voglio tornare a scuola e fare lezione con i miei compagni di classe”.
Le associazioni di categoria scese in piazza chiedono al Governo e alla Regione di prendere provvedimenti immediati e mettere in atto programmi seri per il futuro al fine di garantire la didattica in presenza per i ragazzi.
“Alla Regione Campania chiediamo screening periodici e gratuiti per garantire il rientro a scuola in presenza, continuità e sicurezza; tamponi gratuiti per alunni, docenti, personale scolastico e famiglie e una riorganizzazione del trasporto pubblico. Come amministratori dobbiamo sostenere le famiglie che manifestano contro la Dad – dichiara Catello Lambiase, consigliere comunale Movimento 5 Stelle a Salerno– Pare che il nostro Presidente non si aggiorni, siamo rimasti alle stesse decisioni di 2 anni fa. Non sono stati fatti dei miglioramenti nella Sanità e tantomeno per le scuole. Poi la chiusura solo di alcune fasce di età rappresenta una forte discriminazione tra i ragazzi“.