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Le brutte persone esistono. E fanno pure male – Lettera aperta di Michele Albanese

redazione 14 Aprile 2025

Lettera aperta del Presidente della Fondazione Monte Pruno Michele Albanese pubblicata sul profilo LinkedIn 

Le brutte persone esistono. E fanno pure male. Non parlo dell’aspetto esteriore. Parlo di chi è marcio dentro. Di chi si nutre, spesso anche senza un motivo serio, del dolore altrui come se fosse ossigeno.

Quelle persone che non trovano mai soddisfazione nella propria vita, se non vedendo crollare quella degli altri, soprattutto se questi ultimi sono minimamente persone in vista. Queste persone sorridono quando vedono una ferita aperta, che si sentono potenti mentre distruggono la fiducia, la serenità personale e familiare, la speranza. Se, poi, due di questa specie si incontrano, si alleano. Si spalleggiano, si legittimano, si incoraggiano a chi distrugge di più. Diventano un’arma a doppia lama, si convincono e si illudono di essere giustizieri, si vantano delle macerie che lasciano. Si vantano delle ferite che lasciano.

Raccontano, godendo, il dolore che provocano come se fosse una medaglia al valore. Non chiedono mai scusa. Non si sentono mai in colpa. Non cercano redenzione, cercano consensi, cercano applausi. Sono veleni travestiti da esseri umani. E il loro danno non si limita ai momenti di cattiveria: il loro veleno continua a scorrere anche quando si allontanano. Rimane nei pensieri, insinua dubbi, logora l’autostima, devasta la fiducia nel mondo e negli altri.

È un danno che non si vede subito, ma che cresce lentamente, consumando ogni cosa buona che avevi costruito in tanti anni. La cosa peggiore? Per loro è un piacere. Un gioco sporco. Provano un perverso godimento nel vedere qualcun altro spezzarsi. Non hanno rimorsi, non hanno colpe. Se ne lavano le mani, spesso dipingendosi persino come vittime o “incompresi”.

A chi ha incontrato brutte persone nella sua vita, come dico a me stesso, ribadisco: ricordati che il loro veleno non parla di te, parla di loro. Della loro miseria interiore, della loro incapacità di amare, della loro paura di guardarsi davvero allo specchio. Non rispondere. Non spiegare. Non odiare. Semplicemente, cammina oltre perché non meritano il tuo dolore.

Loro resteranno esattamente dove meritano: nel vuoto che si sono creati perché “chi gode del dolore altrui non punisce: si condanna.”

– Michele Albanese –

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