L’esperienza politica, la vita quotidiana in un piccolo centro e la pensione da ex senatore. Questi alcuni degli argomenti trattati nell’intervista all’ex senatore Antonio Innamorato, residente a Teggiano. Eletto con il Partito Socialista, ha ricoperto la carica di Senatore dal 2 luglio 1987 al 22 aprile 1992
- Come vede la politica nazionale? E quella valdianese?
“Chi ha attraversato delle stagioni politiche, col tempo diventa più indulgente. C’è un po’ di confusione, ma il mondo cambia in fretta ed è difficile governare. La società ha paura di se stessa. Per quel che riguarda il Vallo, direi che c’è una situazione di stasi. Quando si è pensato che la cultura contadina fosse tramontata, si è falliti. Da circa 20 anni sono protagoniste, più o meno, sempre le stesse persone a livello politico-amministrativo e non è emerso un leader che potesse rappresentare gli interessi della comunità valdianese. Allo stesso Pica, persona assolutamente di valore, è forse mancata la giusta cattiveria”
- Come crede di essere considerato dai teggianesi e dai valdianesi in generale?
“Ho avuto tanto da Teggiano e ringrazierò sempre i teggianesi per la fiducia ed il sostegno. Prima della mia elezione a consigliere provinciale, molte strade non erano percorribili e qualche Istituto scolastico non c’era. Dopo pochi giorni, però, tutto si dimentica. Ad ogni modo ognuno ha il diritto di esprimere il proprio giudizio. Io penso di aver dato tutto ciò che potevo e sapevo”
- Secondo alcuni, Teggiano, con due senatori in consiglio comunale, avrebbe potuto e dovuto ottenere qualcosa in più. Lei cosa pensa?
“In quegli anni i cittadini hanno avuto un riferimento importante in me ma anche in Michele Pinto. Da oltre 20 anni non sono più senatore e se qualcuno pensa che le carenze di oggi siano attribuibili al passato, vuol dire che non è stato in grado dar seguito a quanto iniziato o di rinnovare. Ogni generazione di amministratori e politici deve trovare delle giustificazioni alla cose non ottenute da chi l’ha preceduta”
- Ha rimpianti o rimorsi?
“Un rimorso è quello di aver dedicato troppo tempo alla politica, sottraendolo a mia moglie che oggi non c’è più. Lei non voleva che facessi politica”
- Com’è la vita di un ex senatore in un piccolo centro come Teggiano?
“Ti porti dietro una storia. Sono un uomo libero, il passato non mi pesa. E’ come se non fossi mai stato senatore. Anche se alcune volte avverto il senso di fastidio e la distanza da parte di alcune persone”
- E’ sempre attuale il tema legato ai privilegi della casta ed alle pensioni d’oro. Lei si sente un privilegiato? Quanto prende di pensione?
“Per quanto riguarda la politica, secondo me dovrebbero essere indicate delle fasce, a seconda della carica ricoperta. Il vitalizio varia in rapporto alle legislature. Si va da un minimo di 3000 euro lorde ad un massimo di 9100. La mia pensione netta è di 2350 euro al mese. Per me sono molti soldi anche perché, per ottenere tutto ciò, ho versato contributi mensili che avrebbero dato diritto a somme più basse. Per questo sono un privilegiato”.
– Cono D’Elia –
Credo di avere incontrato l’ex senatore Innamorato due o tre volte e l’ho apprezzato. Non l’ho mai votato perché appartenente ad un collegio diverso dal Suo ma ho sempre sentito parlare bene di Lui. Anche adesso mi sembra che traspaia, dalle Sue parole, una sincerità che lo rende coerente col passato.
M. S.
Un Politico con la P maiuscola. Ce ne vorrebbero altri come lui.