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Intervista al pilota di linea di Teggiano Rocco Moscarelli. “Stupendo vedere il mio Vallo di Diano dall’alto”

Zenda Cimino 29 Gennaio 2022

Rocco Moscarelli è un giovane pilota di linea, alle dipendenze di una prestigiosa compagnia area internazionale. Originario di Teggiano, vive a Roma e Ondanews lo ha intervistato di ritorno da un volo da Parigi.

  • Quando e come è nata la tua passione per il mondo dell’aviazione e che ricordi hai della tua prima esperienza di volo da pilota?

Questa passione me l’ha trasmessa mio padre. Lui era un docente di lettere ed al tempo stesso è un grande appassionato di volo, mi ha avvicinato a questo mondo sin dalla tenera età e desiderava tanto che suo figlio potesse diventare un pilota. Fin da bambino mi portava in giro con lui per farmi conoscere da vicino il mondo dell’aviazione, quindi sono cresciuto in quest’ambiente. Così a 17 anni ho deciso di iscrivermi alla scuola di volo a Salerno dove ho conseguito la licenza da pilota privato. Quando qualche anno più tardi ho conseguito la licenza da pilota di linea per me è stato come coronare un sogno, è il massimo dell’ambizione sedere su delle macchine così enormi. Dietro ci sono tanti sacrifici ed è davvero appagante; durante il mio primo volo da solista, a soli 17 anni, capii che era quello che volevo fare nella vita, è stata un’emozione che non dimenticherò mai.

  • Quale percorso bisogna intraprendere per diventare un pilota aereo?

Innanzitutto bisogna sottoporsi a una visita medica e risultare idonei a svolgere questo tipo di attività, poi, per conseguire la licenza di pilota privato, bisogna iscriversi ad una scuola di volo certificata o approvata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Il percorso di studi è costituito da una parte teorica ed una pratica, che comprende ore di volo sia su un simulatore che in aereo con gli istruttori. Bisogna avere almeno 16 anni per potersi iscrivere ad una scuola di volo. Mentre per diventare pilota commerciale, e successivamente di linea, il percorso è un po’ più lungo; sono richieste molte più ore di volo oltre agli esami che si devono svolgere che riguardano diverse materie come Meteorologia, Navigazione Aerea ed altre e bisogna conseguire l’abilitazione al volo notturno. Ci sono poi scuole che offrono dei “pacchetti”, per cui partendo da zero formano gli aspiranti piloti completamente all’attività di volo, fino ad ottenere un curriculum finale che porta ad essere pronti all’attività lavorativa, tutto nel giro di circa 2/3 anni.

  • Quanto è importante per il tuo lavoro conoscere la lingua inglese?

L’inglese è fondamentale. Per diventare pilota privato non c’è bisogno di conoscere altre lingue oltre all’italiano, ma per il pilota commerciale è necessario che si abbia almeno un buon livello di inglese; questo perché già per intraprendere questo tipo di percorso, i quiz che si fanno per affrontare la parte teorica sono in inglese, lo stesso vale per tutti i libri di testo necessari per studiare e gli esami. E’ una lingua internazionale quindi è stata scelta come lingua principale per le comunicazioni sia a terra che in volo.

  • Ti sei mai ritrovato in situazioni di pericolo mentre eri in volo? E che impatto ha su di te sapere che hai tra le mani la responsabilità della vita di molte persone?

In realtà nel mondo dell’aviazione gli standard di sicurezza sono molto alti, soprattutto per quanto riguarda i voli commerciali, gli aerei sono super-controllati. Quello che noi non riusciamo a controllare sono gli agenti esterni, come il maltempo, ma grazie alle avanzate tecnologie possiamo prevedere cosa ci aspetta climaticamente parlando; ovviamente a volte le situazioni peggiorano, quindi bisogna essere sempre pronti ad affrontare delle problematiche. La preparazione e l’esperienza ci aiutano ad affrontare situazioni imprevedibili. Inoltre, a bordo la strumentazione ci aiuta a prendere le decisioni più adatte, parliamo di sistemi radar che hanno un raggio di circa 300/400 chilometri. Inoltre, i piloti di linea ogni 6 mesi vengono sottoposti a delle prove al simulatore su tutte quelle che potrebbero essere le anomalie e le emergenze a bordo. Siamo costantemente sotto esame, dobbiamo essere “puliti” mentalmente e adeguatamente preparati. Gli aerei che utilizza attualmente  la compagnia per cui lavoro sono Boeing 737-800 e hanno una capienza di 187 persone. A volte effettuo 4 voli al giorno, quindi in 8 ore porto in giro mediamente circa 700 viaggiatori; si sente il peso della responsabilità, ma ripeto, siamo addestrati e gli aerei sono sicuri. Personalmente, e per fortuna aggiungerei, non ho mai dovuto affrontare situazioni spiacevoli, tranne qualche avaria elettrica.

  • Che consiglio daresti a chi ha paura di volare?

Inutile dire che il mezzo di trasporto più sicuro è proprio l’aereo, lo sanno tutti. Ovviamente è difficile tranquillizzare una persona dicendo soltanto questo. Personalmente però, ricordo un episodio che mi è rimasto molto impresso nella mente; quando ero a Dublino per un corso sui motori jet (JOC), c’erano delle persone che si erano iscritte per frequentare dei corsi sui simulatori di volo. Queste persone sperimentavano quindi l’esperienza del volo attraverso dei simulatori, affinché abbattessero la loro paura, affiancati da un pilota che faceva vivere l’esperienza spiegando come effettivamente un volo funziona, dal decollo all’atterraggio. Quindi direi che la conoscenza è il miglior modo per affrontare la paura.

  • La pandemia ha influito in qualche modo anche nel tuo settore?

Sì, purtroppo la pandemia ha toccato tutti i settori, ci sono stati pochi passeggeri ed abbiamo volato pochissimo. Fortunatamente la mia compagnia a differenza di molte altre non è stata costretta a licenziare il personale. Adesso sembra che la situazione stia migliorando. In aereo abbiamo un sistema di climatizzazione ventilato e super-filtrato, per cui l’aria è pulita e le possibilità di contagio vengono ridotte. Poi vigono le norme dei DPI, quindi a bordo bisogna usare sempre la mascherina, attualmente la FFP2.

  • In quali occasioni voli sul Vallo di Diano e che sensazione provi a vedere il tuo paese natale dall’alto?

Di solito volo sul Vallo di Diano quando sono diretto in Grecia. Prima ero basato a Ciampino, quindi per andare in Grecia passavo su Potenza, invece ora che viaggio da Fiumicino passo proprio sul Vallo di Diano ed è stupendo vedere “casa mia” dall’alto, infatti quando il cielo è sereno ne approfitto per fare qualche scatto e salutare i miei compaesani teggianesi.

  • Cosa ne pensi invece dell’aviopista di Teggiano? Credi che possa esserci una speranza per il futuro?

Quella pista è il mio sogno. E’ un’opera incompleta e mi rattrista dirlo: vedere una pista completa al 90% lasciata in uno stato di abbandono fa davvero male al cuore, basterebbe davvero poco per completarla del tutto. Basterebbe uno straccio di permesso per avere l’agibilità, non dico che debba diventare un aeroporto o una superficie di alto livello, il progetto di accogliere i Canadair della Protezione Civile è ottimo. Ma potrebbe essere adibita all’attività di turismo che consentirebbe a chi ha un piccolo jet di fare scalo a Teggiano e, perché no, rendere il Vallo di Diano una meta turistica più accessibile; di lavoro aereo, mi riferisco alle attività di monitoraggio, prevenzione per gli incendi boschivi o per il servizio di soccorso immediato; di sport e parlo di attività come paracadutismo, parapendio, aeromodellismo. Ci sarebbero tantissime idee. La pista negli anni è diventata inagibile ed è un peccato perché per le sue misure, come pista minore, è davvero perfetta e non solo, ha un ottimo orientamento. In più, avere una pista nel Vallo di Diano potrebbe avvicinare maggiormente i giovani al mondo dell’aviazione, perché chi come me è un pilota professionista potrebbe aprire una scuola di volo. Purtroppo, siccome è andata troppo per le lunghe, un po’ ci ho perso le speranze, inoltre, non essendo un’opera privata non posso neanche intervenire o investire in qualche modo. Nonostante questo, non smetterò di crederci.

  • Infine, quale consiglio senti di dare ai giovani che vogliono intraprendere la tua stessa carriera?

Ci vuole tanta passione, spesso gli orari di lavoro sono sacrificanti, ad esempio per andare a Parigi mi sono svegliato alle 4:30 del mattino. Inoltre bisogna studiare tanto, ci sono test da superare e continui aggiornamenti professionali. Purtroppo il Vallo di Diano attualmente offre poco per chi è appassionato di aviazione quindi bisogna spostarsi. Spero che l’aviopista di Teggiano divenga operativa al più presto e a quel punto mi piacerebbe diventare un punto di riferimento per i giovani. Consiglio vivamente di fare esperienze all’estero per migliorare l’inglese, io ad esempio ho lavorato come cameriere a Londra. Infine, non bisogna mai abbattersi: è un percorso faticoso, che comporta sacrifici e dedizione, ma la soddisfazione di coronare il proprio sogno ne varrà ogni sforzo.

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