Oggi pomeriggio è stato inaugurato all’ospedale “Luigi Curto” di Polla “Il Percorso Rosa” per fornire assistenza protetta nell’accoglienza, nell’accompagnamento e nel sostegno contro la violenza psicologica, di genere, fisica, sessuale, domestica ed economica. Tutto ciò è stato voluto e realizzato dal Lions Club Sala Consilina – Vallo di Diano, dal Comitato Se non Ora Quando – Vallo di Diano e dall’ASL Salerno.
Nella fattispecie si tratta di una stanza “protetta” alla quale le vittime di violenza potranno accedere nell’attesa di ricevere le cure necessarie al Pronto Soccorso. Qui troveranno uno psicologo e figure professionali in grado di supportarle e accompagnarle nel cammino che le condurrà a sporgere denuncia. Nel territorio di competenza dell’ASL Salerno attualmente sono tre i “Percorsi Rosa” attivi: quello del Curto e quelli degli ospedali di Eboli e Oliveto Citra.
Dopo il taglio del nastro la stanza è stata benedetta dal Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, S.E. Mons. Antonio De Luca. In seguito si è tenuto un confronto a più voci nell’Aula Magna “Giosi Roccamonte” a cui hanno preso parte il sindaco di Polla Massimo Loviso, il Direttore sanitario del “Curto” Luigi Mandia, la referente dell’ASL Salerno per il Percorso Rosa Antonella Sica, la presidente del Lions Club Sala Consilina – Vallo di Diano Rosy Pepe, Maddalena Robustelli del Comitato Se non Ora Quando – Vallo di Diano, la consigliera provinciale di Parità Anna Petrone, i consiglieri regionali Corrado Matera e Tommaso Pellegrino, Pasquale Bruscino, I Vice Governatore Lions Distretto 108 Ya, Tommaso Di Napoli, II Vice Governatore Lions Distretto 108 Ya.
“Comincia un percorso di civiltà in un mondo in cui di violenza non si dovrebbe più parlare – ha esordito il Direttore Mandia -. Un buon inizio è quello che parte dal rispetto da portare a tutti. Ringrazio chi ha voluto l’istituzione di questo percorso nel nostro ospedale“.
“Il Percorso Rosa” non accoglie soltanto le donne, ma anche uomini e bambini vittime di violenza dichiarata ma anche sospetta, non soltanto sessuale, ma anche psicologica, fisica ed economica. “La vittima di violenza si sente esclusa e non riesce più ad interagire – ha spiegato la dottoressa Sica -. Anche se siamo un po’ indietro, finalmente si può parlare di un percorso di cura per lesioni fisiche ma anche psicologiche e che garantisce continuità assistenziale. L’accoglienza è il momento più importante e delicato, durante il quale bisogna abbattere il pregiudizio e non creare altri danni. L’operatore deve essere empatico e formato per accogliere chi è vittima di violenza“.
L’utile servizio, però, è venuto alla luce con grossa difficoltà e in tempi non celeri. “Il nostro percorso parte nel 2017, quando non abbiamo avuto risposta – ha sottolineato Rosy Pepe -. Nel 2019 abbiamo riproposto l’istanza in Regione e dopo una settimana l’ing. Sosto dell’ASL ha indicato di dare immediatamente corso al Percorso Rosa. Così abbiamo individuato la stanza e quanto necessario per allestirla“.
“Nel 2021 ci sono stati oltre 11mila accessi in Pronto Soccorso per violenza – ha aggiunto Maddalena Robustelli – ma quante sono le donne che denunciano dopo una diagnosi di maltrattamenti familiari o di violenza sessuale? La donna che, rientrata a casa trova l’aguzzino o non sa come mantenere i propri figli, non denuncerà. Alcune di loro si congelano, non riescono a parlare. Il primo passo fondamentale è quindi quello di creare uno spazio protetto che faccia sentire la persona al sicuro e compresa“.
Un plauso per l’iniziativa è stato espresso all’unisono dal sindaco Loviso, dai consiglieri regionali Pellegrino e Matera e dalla consigliera provinciale Petrone, i quali hanno evidenziato la vicinanza e il supporto di Comune, Provincia di Salerno e Regione Campania nel condurre sul territorio la battaglia contro la violenza.