Ancora una volta il Comune di Vietri di Potenza ha avuto ragione sugli impianti eolici. Lo si evince dall’ultima sentenza del Tar Basilicata, che ha rigettato, dichiarandolo infondato, un ricorso di una società, la R&D Engineering, presentato dopo che il Comune di Vietri aveva negato l’autorizzazione a realizzare opere accessorie sul territorio vietrese, per un impianto eolico da realizzare ai confini, ma nel territorio di Balvano.
Tutto è nato quando l’ufficio tecnico comunale di Vietri ha notificato alla società il diniego della costituzione di servitù coattiva di elettrodotto a servizio di impianto eolico, con tanto di motivazioni. Il Comune si era opposto da un lato per salvaguardare l’ambiente, dall’altro per delle evidenti illegittimità procedurali.
Come riportato in sentenza, secondo il Tar Basilicata, la determinazione del Comune di Vietri di Potenza risulta “sorretta da apprezzabili ragioni di interesse pubblico connesse alla salvaguardia del bene ambientale” e “che è incontroverso che la società deducente fosse priva di qualsivoglia titolo di disponibilità giuridica delle aree su cui realizzare le opere di connessione“. Già in precedenza a questa pronuncia, il Comune di Vietri ha avuto la meglio sull’azienda in Tribunale (con il Comune difeso dall’avvocato Claudio Mazza), fino a quando quest’ultimo ha dichiarato il difetto di giurisdizione. Da qui il ricorso al Tar Basilicata, che ha dato ragione all’Ente vietrese.
Sullo stesso impianto eolico, inoltre, è in corso un procedimento penale presso il Tribunale di Potenza, con il Comune di Vietri di Potenza che è stato già ammesso come parte civile.
Il progetto dell’azienda prevede l’installazione di 12 pale eoliche e la realizzazione di opere accessorie (installazione cavi sotterranei e aerei per il passaggio della linea di media tensione) nel territorio vietrese. Progetto bloccato dal Comune con il diniego e poi con la parte giuridica relativa alle sentenze prima del Tribunale e oggi del Tar.
“Si tratta – ha dichiarato il sindaco Christian Giordano – di una pronuncia emblematica, che oltre a rilevare aspetti squisitamente tecnico-giuridici, come l’illegittimità della abilitazione, ha dato anche un importante rilievo alla salvaguardia ambientale quale interesse pubblico. All’epoca dei primi provvedimenti, qualche ‘saccente’, nel provare a giustificare la posizione dei ricorrenti, mi attaccò personalmente e mi appellò in diversi modi. Oggi potrei infierire nei confronti di tal signori, ma io e la mia Amministrazione preferiamo mantenere i toni bassi, lasciando che siano giustizia e fatti a fare il loro corso“.
Il Tar ha inoltre condannato l’azienda al pagamento delle spese a favore del Comune (difeso dall’avvocato Ennio De Vita), per 4mila euro oltre accessori di legge, che si aggiungono ai circa 2mila euro della precedente sentenza del Tribunale di Potenza.