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Gravi problemi di sicurezza nelle carceri della Campania. La Polizia Penitenziaria insorge

Chiara Di Miele 20 Settembre 2024

Le segreterie regionali maggiormente rappresentative della Polizia Penitenziaria (SAPPE, SINAPPE, UIL P.A. PP, USPP, FNS CISL, CNPP) nel denunciare il grave stato di abbandono in cui versano gli istituti penitenziari campani si dichiarano preoccupate per le possibili ricadute su tutto il territorio regionale. Le evasioni avvenute negli ultimi tempi hanno sollevato nuove preoccupazioni sul controllo e sulla sicurezza sociale del territorio campano. La situazione emergenziale, sempre più intollerabile, che stanno vivendo gli istituti campani può essere racchiusa in problematiche che i sindacati denunciano da tempo.

In merito alle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria “da tempo denunciamo lo stato di insicurezza in cui lavorano i poliziotti e numerosi sono gli episodi di aggressione nei confronti del personale di ma anche di altre figure professionali, come ad esempio i sanitari, e il mancato riconoscimento delle autorità istituzionali sono preoccupanti e indubbiamente motivo di allarme“.

Poi c’è il sovraffollamento, una problematica che sicuramente interessa l’intero panorama nazionale, ma che in Campania sembra essersi acuita a seguito della ristrutturazione di un reparto detentivo della Casa Circondariale di Poggioreale e del conseguente trasferimento dei detenuti nei restanti istituti della regione, senza una programmata interlocuzione con l’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato, né con i superiori Uffici Dipartimentali al fine di organizzare un piano adeguato e idoneo per l’allocazione dei circa 400 detenuti. Si è assistito ad un vertiginoso aumento della popolazione detenuta nelle restanti carceri che oramai non si riesce più a gestire. A Salerno attualmente sono ospitati 590 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 433 e a Vallo della Lucania ci sono 60 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 42.

La Campania, in base agli ultimi dati, presenta una considerevole percentuale di carenza di organico soprattutto se raffrontata al dato del sovraffollamento e a quello dell’elevata anzianità di servizio del personale operante. Ci sono circa 1.300 agenti in meno rispetto a quelli previsti dalle recenti piante organiche definite con D.M. 12 luglio 2023. Anche se negli ultimi anni c’è stata una lenta e graduale ripresa delle assunzioni nel ruolo agenti e contestualmente una ripresa dei concorsi per i ruoli superiori, la carenza di organico è comune e considerevole in quasi tutti gli istituti della regione e alimenta la tensione e lo stress correlati alla gestione di un carico di lavoro non equilibrato. Anche il tasso dei suicidi in carcere sembra avere una percentuale notevole rispetto al panorama nazionale. La Campania registra da inizio anno in totale ben 9 suicidi e un omicidio avvenuto nella Casa Circondariale di Salerno il 19 luglio, a fronte di 63 suicidi avvenuti negli istituti del territorio nazionale, dunque una percentuale pari a circa il 15%.

Altro dato preoccupante è quello relativo alle visite ambulatoriali programmate e ai sempre più crescenti ricoveri urgenti presso i nosocomi cittadini, che comportano seri problemi organizzativi connessi con la grave carenza di poliziotti penitenziari che devono assicurare l’accompagnamento, tanto che si arriva costantemente a sguarnire in maniera pericolosa le sezioni detentive, senza contare le difficoltà a cui va incontro la Penitenziaria che si vede costretta ad operare in contesti ospedalieri dove non è facile garantire adeguate condizioni di sicurezza.

In quasi tutti gli istituti della regione si sta assistendo allo stravolgimento dell’organizzazione del lavoro e delle regole dettate dall’Accordo Quadro Nazionale e il personale di Polizia Penitenziaria è costretto a svolgere turni di lavoro massacranti e frequente è il ricorso al lavoro straordinario che non viene retribuito integralmente.

Altra rilevante problematica che incide negativamente sul mantenimento dell’ordine e della sicurezza degli istituti campani è il mancato trasferimento di quei detenuti che si sono resi responsabili di aggressioni nei confronti del personale di Penitenziaria. “Purtroppo non abbiamo mai ricevuto una risposta immediata sia a livello di Provveditorato che a livello Dipartimentale – scrivono i sindacati -. Il tutto in dispregio all’art. 42 O.P. e alle circolari dipartimentali, da ultimo la Circolare 22 luglio 2020 n. 3689/6139 avente ad oggetto ‘Aggressioni al personale – linee di intervento’ che sul punto prevede espressamente l’immediato trasferimento dei detenuti che si sono resi responsabili di aggressioni consumate ai danni del personale“.

“Noi riteniamo che un Provveditore, quale autorevole Dirigente Generale, non può scaricare responsabilità che sono sue sul Dipartimento o sul Ministero. Il tempo delle parole e delle attese è finito! È necessario agire e dare risposte concrete: il sistema penitenziario in Campania è al collasso!” concludono.

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