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Ferrovia Sicignano-Lagonegro. “Affrontare il problema in tempi brevi”, lettera aperta di Giuseppe Scialò

Chiara Di Miele 4 Agosto 2019

Lettera aperta alla redazione di Giuseppe Scialò

Il 30 dicembre del 1886 si inaugurava la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro-Sala Consilina: il 25 maggio del 1887 Sala Consilina-Sassano-Teggiano.

Dopo 100 anni, il 4/4/1987 fu sospesa al transito la Sicignano-Lagonegro. Per più di un secolo merci, viaggiatori, lavoratori pendolari, studenti, emigranti, vacanzieri e uomini d’affari hanno utilizzato il treno quale prioritario mezzo di trasporto. Il Vallo di Diano partecipava fattivamente allo sviluppo produttivo ed alla evoluzione sociale ed economica dell’Itala del secolo scorso. Per dirla in breve oltre alla Ferrovia, gli ospedali di Sant’Arsenio e Polla, il Tribunale e la Corte di Assise, l’Ufficio del Registro ed altri Enti pubblici Enel, Sirti, Telecom ed una miriade di Imprese private che assorbivano manodopera ed offrendo posti di lavoro.

In quegli anni operavano il Pastificio Fina, il Molino S. Antonio, la CIRIO e Latte Silla, Industrie Tessili, Caseifici, Industrie di laterizi, del legno, della lavorazione del marmo, del ferro, artigianato di qualità, aziende di allevamento del bestiame e l’zgricoltura fiorente e molte di esse si servivano della Ferrovia per il trasporto dei loro prodotti. Purtroppo da 27 anni la vallata è stata sottomessa ai voleri di una politica disattenta ai bisogni dei cittadini ed alle loro aspettative. Politicanti incapaci di difendere le comunità da chi le ha depredate con inganno e promesse non mantenute o irrealizzate. La decadenza accumulatasi negli ultimi 20 anni, dovuta non solo alla soppressione della ferrovia ma anche dalla crisi del settore edilizio e commerciale, ha causato un’involuzione sociale, deflazione, aumenti di protesti e fallimenti, chiusura di ditte individuali e di imprese incrementando di conseguenza disoccupazione ed emigrazione di giovani.

Bisognerà affrontare e risolvere in tempi brevi i problemi più urgenti quali nuove infrastrutture, incentivi all’agricoltura e ripresa del settore edilizio. Egregi Signori amministratori e politici, il ripristino della Ferrovia non è un diversivo, tantomeno propaganda spicciola di alcuni sconsiderati o buontemponi, ma una priorità vitale alla crescita economica e sociale. Una infrastruttura indispensabile per uscire dall’oscurantismo nel quale si ritrova il territorio nel terzo millennio.

– Giuseppe Scialò –

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