Cambiamento di peso, irritabilità, ansia, insonnia e eccessiva stanchezza: spesso pensiamo che siano disturbi legati a stili di vita frenetici, senza renderci conto che potrebbero invece essere legati ad un disturbo della tiroide. Questi ultimi interessano circa 200 milioni di persone in tutto il mondo e in alcuni paesi quasi il 50% delle persone non ricevono una diagnosi. I disturbi della tiroide sono 10 volte più comuni nelle donne, il 17% delle quali, all’età di 60 anni, potrebbe sviluppare l’ipotiroidismo, il più comune tipo di disturbo della tiroide.
Se non trattati, gli squilibri dell’ormone tiroideo possono avere un effetto dannoso sulla salute e sul benessere di una persona. Da una indagine internazionale, commissionata dalla Merk in collaborazione con la Thyroid Federation International (TFI), è però emerso che quasi un terzo delle donne non sa spiegare quali sono i disturbi della tiroide e la maggior parte delle intervistate era ignara che i sintomi potessero essere il risultato di un disturbo della tiroide. L’indagine ha coinvolto le donne di sette Paesi differenti e ha evidenziato la tendenza ad associare le loro scelte di stile di vita a sintomi che potrebbero essere invece causati da un disturbo della tiroide.
Circa la metà delle intervistate ha dichiarato di aver attribuito la causa del proprio stato d’inquietudine o della difficoltà a dormire allo stile di vita scelto, mentre il 40% ha dato la colpa allo stile di vita per la sensazione di depressione, gli stati d’ansia e la sensazione di stanchezza. In realtà, questi sono sintomi comuni di un disturbo della tiroide.
I risultati dell’indagine evidenziano un’importante ragione per la quale milioni di persone vivono la loro esistenza senza che sia loro diagnosticato o trattato un disturbo della tiroide, con conseguente scarsa qualità della vita. Una caratteristica dei disturbi della tiroide che li rende difficili da individuare è che gli ormoni prodotti dalla ghiandola tiroidea aiutano a regolare molte funzioni diverse nel corpo. I sintomi possono quindi essere diversi e non sono specifici o unici.
In occasione della presentazione dell’indagine è stato lanciato il sito “Non sei tu. È la tua tiroide“, contenente informazioni sull’argomento.
Bibliografia: www.repubblica.it – www.ansa.it – www.dotnet.it – www.pressreader.com
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria