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Farmacia 3.0 – la storia del Coumadin

Claudia Monaco 13 Aprile 2018

Il Coumadin, meglio noto come Warfarin, acronimo di Wisconsin Alumni Research Foundation, è un medicinale dall’attività anticoagulante, un cumarinico, il cui utilizzo è legato a malattie quali trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, ai soggetti affetti da fibrillazione atriale e più in generale per combattere i coaguli di sangue.

In realtà, gli anticoagulanti in principio venivano utilizzati come veleno per topi, per la capacità di generare emorragie, e solo dopo si è scoperto che erano in grado di salvare la vita a milioni di persone. La storia degli anticoagulanti inizia nel primo ‘900 quando un allevatore preoccupato per la morte del bestiame a causa di strane emorragie consultò alcuni scienziati, i quali scoprirono la presenza del dicumarolo, prodotto di fermentazione presente nello strumento utilizzato dall’allevatore per nutrire gli animali. Gli studi successivi scoprirono anche il suo antidoto, la vitamina K. Il cambio di indicazione, ovvero l’utilità nell’uomo, arrivò solo a metà anni ’50. Iniziati i primi esperimenti per verificarne le proprietà terapeutiche la svolta la si ebbe nel 1955 grazie al presidente USA Dwight Eisenhower. Sofferente di trombosi coronarica, un’ostruzione delle coronarie causata dalla presenza di coaguli di sangue, chiese di poter assumere il farmaco più potente in grado di risolvere il problema: il warfarin. L’inizio del successo degli anticoagulanti.

Non sono però farmaci facili da gestire. Se da un lato questi farmaci ci consentono di evitare la formazione di trombi, dall’altro bisogna stare attenti al rischio emorragie. Il dosaggio dei farmaci dicumarolici è di fondamentale importanza, e quindi il monitoraggio dei valori attraverso il dosaggio del tempo di protrombina deve avvenire molto frequentemente. Non solo, una semplice azione quotidiana come il pranzo e la cena possono influire enormemente sull’efficacia del farmaco.

Dopo anni di ricerca da poco tempo sul mercato sono sbarcati i nuovi anticoagulanti orali (NAO) come Rivaroxaban, Apixaban e Dabigatran. Agendo su fattori diversi della coagulazione rispetto al classico warfarin questa nuove classe di composti presenta molti meno effetti collaterali.

Bibliografia: www.lastampa.it – www.intopic.it – www.blastingnews.com


   Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria

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