Dopo il presidio del 21 ottobre scorso davanti alla sede della Giunta Regionale continua la mobilitazione contro le estrazioni petrolifere in Basilicata.
Domani, domenica 17 novembre dalle ore 9.00 e fino alle ore 13.00 in Piazza Prefettura a Potenza si terrà il secondo appuntamento con la raccolta firme per chiedere al Governo Italiano e al Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, per quanto di propria competenza di procedere alla verifica, con il supporto di ISPRA, dell’adeguatezza del Piano di Monitoraggio Ambientale e delle effettive possibilità della sua autonoma attuazione da parte di ARPAB in termini di strumentazione e risorse umane allocate.
Nella petizione si chiede inoltre di restituire ai territori la libertà di decidere del proprio futuro abrogando le previsioni di proroga automatica delle autorizzazioni e di avviare al più presto le bonifiche necessarie a ripristinare lo stato ex-ante dei territori interessati, direttamente o indirettamente, dalle conseguenze delle attività estrattive.
Il gruppo “Basilicata Possibile” invita infine i cittadini a partecipare alla raccolta firma sottolineando che “la Basilicata non è un deserto nè vuole diventarlo, è terra di beni ben più preziosi del petrolio che attendono solo di essere valorizzati. Le sue risorse idriche, la sua agricoltura così speciale, i suoi paesaggi, la sua cultura. E invece a dieci mesi dalla scadenza dei termini di legge per la redazione e condivisione in Conferenza unificata Stato Regioni del cosiddetto PiTESAI (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) nessuna azione è stata messa in campo dalla Regione per evitare che quasi l’80% del suo territorio interessato dalla richiesta di permessi e concessioni, possa essere trivellato. Anche per discutere di questo saremo in Piazza, invitando i cittadini lucani a fare lo stesso in tutti i paesi della Basilicata perché parta forte e chiaro l’urlo di dissenso delle nostre comunità contro un futuro di emigrazione e disperazione che non vogliamo e che non ci appartiene”.
– Claudia Monaco –