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Emergenza Covid-19, denuncia del Codacons:”Rimpatri degli italiani bloccati all’estero pagati a caro prezzo”

Chiara Di Miele 20 Maggio 2020

Il Ministero degli Affari Esteri in una nota dell’11 maggio ha dichiarato che “la Farnesina, anche attraverso la rete estera di Ambasciate e Consolati, continua a lavorare senza sosta per garantire il rimpatrio, in piena sicurezza, di tutti i connazionali rimasti bloccati all’estero durante la pandemia. Dall’inizio dell’emergenza sono rientrati in Italia con l’assistenza del Ministero oltre 79mila connazionali da 117 Paesi, grazie a più di 700 operazioni aeree, marittime e terrestri”.

Eppure il Codacons, nel corso di queste settimane, ha ricevuto molteplici lamentele e denunce da parte di cittadini che in occasione dei rimpatri in Italia, oltre che essere costretti a lunghissime attese talvolta durate mesi, hanno dovuto affrontare ingentissimi esborsi per l’acquisto dei titoli di viaggio, con costi dei biglietti aerei di gran lunga superiori al prezzo di mercato.

“Le lamentele dei cittadini – afferma Enrico Marchetti, presidente del Codacons Campania – sono fondate, soprattutto se consideriamo che le stesse istituzioni dell’Unione europea hanno sottolineato come il Ministero degli Esteri italiano, a differenza di altri Stati membri, non abbia attivato per i rimpatri dei cittadini italiani il Meccanismo UE di protezione civile, il cosiddetto UPCM”. Tale mancato utilizzo del Meccanismo UE ha avuto conseguenze negative per i rimpatriati i quali si sono visti addebitare per intero i corposi costi dei biglietti aerei.

“L’inspiegabile mancata attivazione del meccanismo eurounitario – precisa l’avvocato Pierluigi Morena dell’ufficio legale dell’Associazione – determina spese insostenibili per gli italiani rimpatriati, con rincaro dei biglietti aerei del 200%. Tuttavia il danno non è solo per le tasche dei cittadini, ma anche per il pubblico erario atteso che le anticipazioni vengono effettuate esclusivamente con denaro pubblico senza poter sfruttare fondi e risorse comunitarie. E’ per questo che abbiamo diffidato la Farnesina ad attivare il meccanismo UE, chiedendo anche le somme anticipate dal Ministero. Nel contempo il Codacons ha presentato esposto alla Procura della Corte dei Conti per verifiche su danno all’erario”.

– Chiara Di Miele –

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