Il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2024 nelle città campane sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) sia del biossido di azoto (NO2) grazie alle centraline dell’ARPAC. Su 27 città campane monitorate sono 8 le città (9 le centraline in totale) a non rispettare il limite previsto per il PM10 di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera inferiore a 50 microgrammi per metro cubo.
Per quanto riguarda il PM2.5, su 21 città campane in cui sono sempre stati disponibili i dati delle centraline dell’ARPAC tutte mostrano concentrazioni medie annue al di sopra degli obiettivi previsti al 2030.
“Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita nei centri urbani della nostra regione rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata dal nostro rapporto Mal’Aria di città – dichiara Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento con troppe città, soprattutto a Napoli, Acerra, San Vitaliano, malate di smog e ancora lontane per adeguarsi ai nuovi limiti europei al 2030 con conseguenze che non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia. Servono azioni strutturali e condivise non più rimandabili: dalla mobilità, con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull’elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico. Per vincere la partita contro lo smog è necessario il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città”.
Ad oggi, in Campania, tra le città analizzate, solo 4 rientrano nei limiti previsti (Portici, Polla, Pratella, Presenzano). Le altre dovranno ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030 tra il 20% e il 49%.
Per quanto riguarda il PM2.5 sono state considerate 21 città in Campania in cui sono sempre stati disponibili i dati delle centraline ARPAC. In Campania nel 2024 i valori medi annuali di PM2.5 si attestano in tutte le stazioni di monitoraggio al di sotto del valore limite pari a 25 μg/m³.
“Per uscire dall’emergenza smog – evidenzia Legambiente – servono politiche strutturali che incidano su tutti i settori corresponsabili dell’inquinamento. La priorità è ripensare la mobilità urbana, mettendo le persone al centro. Da un lato potenziare con forza il trasporto pubblico che deve essere convertito con soli mezzi elettrici entro il 2030, dall’altro avviare uno stop progressivo ma anche incisivo ai veicoli più inquinanti nei centri urbani, creando una rete diffusa di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, perseguendo il modello della ‘città dei 15 minuti’, creando Low Emission Zones e usando politiche come Città30, già attivata con successo a Bologna, Olbia e Treviso. Accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento, mappando quelli esistenti e programmando l’abbandono progressivo delle caldaie a gasolio, carbone e metano in favore di sistemi come le pompe di calore a gas refrigeranti naturali, intervenire sul settore agrozootecnico dove le condizioni geografiche e meteorologiche favoriscono l’accumulo di inquinanti, riducendo gli allevamenti intensivi e le conseguenti emissioni di metano e ammoniaca attraverso l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche e il controllo degli spandimenti, integrare le politiche su clima, energia e qualità dell’aria, considerando anche il ruolo del metano nella formazione dell’ozono troposferico”.