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Dopo 50 anni riprendono gli scavi archeologici alla Grotta del Poggio di Camerota

Claudia Monaco 12 Settembre 2022

Le Università di Bologna, Dipartimento di Beni Culturali, e di Siena, Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente – UR Preistoria e Antropologia, hanno ripreso, dopo più di 50 anni di abbandono, gli scavi alla Grotta del Poggio in località Lentiscelle a Marina di Camerota.

Si tratta di un sito preistorico di grande rilievo per la sua potente serie stratigrafica relativa al Paleolitico medio (Uomo di Neandertal). Le ricerche si svolgono di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino in regime di concessione e sono condotte in stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Camerota grazie al cui indispensabile sostegno vengono portate avanti, dal 2014, anche le indagini nella vicina Grotta della Cala.

“Per quel che concerne la valorizzazione, il fine principale del progetto è quello di inserire attivamente la Grotta del Poggio (come già avvenuto per la Grotta della Cala) all’interno dell’offerta turistica del territorio, dando vita ad un percorso virtuoso in cui i risultati della ricerca scientifica possano essere assorbiti e divulgati in tempo reale – afferma l’assessore alla Cultura e al Turismo Teresa Esposito -. Si auspica in tal modo di creare una costante dinamica e vitale osmosi, tra il mondo della ricerca e la comunità tutta”.

La Grotta del Poggio fu scoperta nel 1954 dal professore Pietro Parenzan, dell’Università di Napoli. Nel 1964 la Soprintendenza di Salerno incaricò il professore Palma di Cesnola dell’Università di Siena di condurvi le prime indagini sistematiche. Tra il 1965 e il 1967 Palma di Cesnola effettuò un sondaggio nel deposito archeologico contenuto nella cavità dove vennero identificati 14 strati, ai quali fu attribuita, su basi geologiche e culturali, un’età compresa tra 190 e 130mila anni fa.

Il Poggio contiene dati unici ai fini della ricostruzione del popolamento antico dell’Italia Meridionale.  Per questo motivo le indagini nel sito rivestono interesse internazionale e vengono finanziate da un progetto ERC advanced dal titolo “Our first steps to Europe: Pleistocene Homo sapiens dispersals, adaptations and interactions in South-East Europe”, gestito dall’Università di Tubingen. Il progetto Firststep si focalizza sul primo popolamento dell’Europa da parte di Homo sapiens (il cui più antico arrivo nel nostro Continente si data, in base al fossile umano di Apidima in Grecia, intorno a 200mila anni fa) e sui suoi rapporti con le popolazioni autoctone (i Neandertal).

Uno dei principali scopi delle nuove ricerche è quello di acquisire informazioni biostratigrafiche, cronologiche e comportamentali provenienti da moderni sistemi di indagine stratigrafica e da analisi effettuate con tecnologie all’avanguardia.

“E’ un’opportunità straordinaria per il nostro territorio – ha aggiunto il sindaco di Camerota Mario Salvatore Scarpitta -. La ripresa degli scavi certifica l’importanza del lavoro di questa Amministrazione che va sempre di più nella valorizzazione e protezione dei beni del nostro territorio. Ringrazio l’assessore Esposito che sin dall’inizio si è prodigato affinchè ciò avvenisse insieme agli organi preposti. Ci auguriamo che con l’avvio di questi nuovi scavi arrivino importanti e ulteriori scoperte”.

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