Domani, venerdì 25 maggio, presso l’Aula delle Lauree N. Cilento dell’Università degli Studi di Salerno, si terrà l’evento conclusivo del Corso di alta formazione su la “Protezione dei diritti fondamentali nello spazio giudiziario europeo”, organizzato dall’Università degli Studi di Salerno e dalla Jean Monnet Chair, in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura e con il patrocinio della Scuola Superiore dell’Avvocatura.
All’incontro, dopo i saluti istituzionali, discuteranno sul tema, coordinati dalla Prof.ssa Angela Di Stasi, titolare della Jean Monnet Chair, importanti relatori: il Prof. Armando Lamberti, Ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Salerno, il Prof. Giandonato Caggiano, Ordinario di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Roma Tre, e Il Prof. Marcello Di Filippo, Ordinario di Diritto Internazionale Università di Pisa.
Interverrà all’evento, per parlare di “Discriminazioni, abusi e violenze su donne e minori”, l’Avvocato Michela Patti di Sala Consilina, esperta in problematiche di violenza di genere.
“Sono onorata di intervenire in un così prestigioso consesso – ha dichiarato l’Avv. Patti – E’ importantissimo parlare di un tema, come quello delle discriminazioni e violenze su donne e minori che, anche alla luce dei frequenti e drammatici fatti di cronaca, necessita del confronto continuo tra il mondo istituzionale, quello accademico, tra gli operatori del diritto e del terzo settore, per trovare delle soluzioni condivise”.
“Per agire a livello concreto – aggiunge l’Avv. Patti – è stato implementato il ‘Network 3PI Project for vulnerable people’, di cui sono Responsabile e in merito al quale parlerò anche nel mio intervento al convegno. Il Progetto, vede la partecipazione di partner esperti della materia e si basa sull’interdisciplinarietà e il lavoro di Rete, al fine di elaborare linee di azione e di intervento concrete nonché di realizzare percorsi di cura e protezione diretti non solo a promuovere la fuoriuscita dal circolo della violenza delle vittime vulnerabili, ma anche di sviluppare la loro partecipazione e inclusione”.
“Solo uscendo dal silenzio si può tentare di combattere un fenomeno che ha assunto livelli preoccupanti – conclude Michela Patti – E’ fondamentale far capire alle vittime che non sono sole e che esistono tutta una serie di strumenti legislativi che possono contribuire a tutelarle”.
– Paola Federico –