Il forte incremento dei contagi Covid-19 e la richiesta di ferie hanno riproposto il problema della carenza di personale medico e della conseguente difficoltà di copertura dei turni di servizio per assicurare l’assistenza sanitaria d’urgenza. La Uil Fpl a seguito di tali carenze riscontrate nel Vallo di Diano ha denunciato la mancata assistenza con gravi disservizi e malfunzionamenti delle attività emergenziali nel Distretto 72 dell’ASL Salerno, in particolare con un riferimento ad un episodio accaduto a Padula.
“Si palesa il ping pong tra Distretto Sanitario e UOC Emergenza e COT 118 per conflitto di gestione dell’organizzazione del personale e dei mezzi deputati all’assistenza distrettuale – denunciano i membri del sindacato -. Il Distretto Sanitario ha competenza di turnistica e non di organizzazione del servizio o movimentazione dei mezzi di soccorso, l’UOC di Emergenza e COT 118 ha pertinenza sull’organizzazione e sui mezzi di soccorso ma non vuole saperne di turni, omettendo persino di firmare, ad esempio, i turni degli infermieri. In teoria la COT 118 è direttamente investita, come istituzione, della gestione del soccorso, della movimentazione e l’eventuale delocalizzazione se necessaria dei mezzi di soccorso. Per assicurare l’assistenza, quindi, anziché assumersi le responsabilità del servizio tende a delegare rifugiandosi in non decisioni, sovente incongruenti sulla pianificazione del servizio del personale e della gestione dei mezzi a fini assistenziali. Ovviamente così proposto il servizio registra uno scollamento tra i turni del personale, attività assistenziale e movimentazione dei mezzi di soccorso. Dunque, non c’è coerenza nel proporre un progetto assistenziale efficace rimodulabile all’occorrenza. La COT, gestita da Nocera, non si cura delle sopraggiunte esigenze di delocalizzazione di mezzi e di personale necessario all’assistenza perché non ha contezza del territorio e delle richieste di assistenza locale. Il Distretto Sanitario redige i turni di servizio, per coprire le caselle del mese, ma è impedito dallo sbarramento dell’UOC di E/U e COT 118, a progettare un’assistenza adeguata al proprio territorio. Tutto questo si traduce in un danno all’utenza che usufruirebbe, solo in teoria, di un servizio di assistenza, per lo più erogato male e soprattutto volutamente mal gestito dai preposti. Il continuo sottrarsi alle responsabilità della COT 118 con azioni di rimbalzo dell’organizzazione assistenziale rafforza un disservizio permanente che getta in confusione anche gli operatori”.
Il sindacato ha messo in luce le condizioni attuali del Distretto 72 che versa in una situazione assistenziale “iniqua, inefficace, sterile e inconcludente” con un’ambulanza medicalizzata con anestesista a Sant’Arsenio, a ridosso dell’ospedale di Polla, un’ambulanza medicalizzata a Teggiano a circa 10 minuti dal Pronto Soccorso, un’ambulanza infermieristica a Sala Consilina, un’ambulanza medicalizzata a Padula a oltre 30 chilometri e almeno 20 minuti di percorrenza dal Pronto Soccorso e un’ambulanza infermieristica a Sanza ad oltre 40 minuti dal Polla.
“Con il personale medico contagiato non si riesce sempre a garantire la presenza del medico per tutti i turni – prosegue la Uil Fpl -. Risulta che l’1 luglio si è verificato un mancato smonto; il 10 luglio è stata interpellata la COT di Vallo della Lucania per segnalare la mancanza del medico nel turno di notte presso la postazione di Padula e all’infermiera di turno, in COT, è stato chiesto del medico di centrale per pianificare il turno ed assicurare la presenza di personale di emergenza a sud del territorio, essendo notevole la distanza dal Pronto Soccorso. Risulta che al dottor V. Marmo sia stato esposto il problema e l’eventuale soluzione: spostare temporaneamente la CMR a Padula e declassare a postazione infermieristica Sant’Arsenio, così si sarebbe garantito il medico a Padula e la presenza di un mezzo di soccorso infermieristico a Sant’Arsenio, già posizionato bene come distanza dal Pronto Soccorso. Il dottore Marmo ha dunque concordato l’opportunità di ricollocazione della medicalizzata a Padula e aveva l’onere di informare, come COT, il medico prima dello smonto. Risulta che il ‘sub responsabile’ della COT di Vallo della Lucania, dott. Mainenti, avrebbe sostenuto che il problema fosse del responsabile dei turni e che con l’assenza di personale, Padula sarebbe rimasta postazione B, poiché non avrebbe delocalizzato la CMR. Tra l’altro, già l’anno scorso si erano registrate questioni del genere. Sempre il giorno 10, presso la postazione di Padula, declassata impropriamente a postazione infermieristica, alle ore 23.30 circa è stata portata al SAUT una ragazza priva di coscienza e sotto l’effetto di eroina autosomministrata, come riferito dal giovane che l’aveva lasciata davanti alla struttura. L’infermiera di turno, immediatamente, si è messa in contatto con la COT, per eventuale atto medico delegato, considerata la gravità dell’evento e per richiedere l’intervento di una medicalizzata. Il medico di COT non solo non ha supportato l’infermiera attraverso atto medico delegato ma, evidentemente, ignaro delle linee guida AHA 2015, che in particolari condizioni autorizzano la somministrazione del naloxone anche ai laici, ha messo a rischio la vita della paziente e il coinvolgimento legale dell’infermiera 118. Trascorsi circa 20 minuti, l’ambulanza medicalizzata non era ancora arrivata e l’infermiera ha dovuto ricontattare la COT per sollecitare: le è stato risposto che si stava allertando Teggiano. L’ambulanza è giunta sul posto dopo circa mezz’ora per prendere in carico la paziente che nel frattempo si stava lentamente riprendendo. Appresa la notizia dell’evento, il direttore del Distretto ha informato il direttore della UOC Emergenza e COT 118 della necessità del medico presso la postazione di Padula, indicando lo spostamento della CMR. Come consuetudine il direttore non si è curato di rispondere, lasciando scorrere il tempo nella speranza che nulla succeda e ‘passi la nottata’”.
Dunque gli interrogativi posti dalla Uil Fpl: l’assistenza, di cui molti si riempiono la bocca, è un fenomeno virtuale o concreto? Reale o apparente? Se la paziente fosse stata in overdose? A chi la responsabilità di un eventuale decesso della paziente, all’infermiera? Al medico della COT, costretto ad allinearsi alle disposizioni del “sub responsabile” che si era rifiutato di delocalizzare la CMR? Perché ci si ostina a tutelare, in barba ad ogni esigenza assistenziale, faziosamente la CMR?