Il Centro di ricerca sugli enti pubblici ha analizzato il livello di dispersione dell’acqua in Italia: Potenza risulta la prima per il livello di dispersione idrica. Si calcola che il 71% di acqua immessa nelle infrastrutture non raggiunge le utenze domestiche.
Ricordiamo che il capoluogo lucano ha sofferto duramente la siccità nei mesi estivi, fino ad ottobre, e probabilmente questa dispersione acuisce le difficoltà per la popolazione.
Il Centro di ricerca sugli enti pubblici sottolinea la criticità nella gestione della risorsa nei capoluoghi di provincia di tutta la penisola. In generale, oltre un terzo dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione viene dispersa, mostrando inefficienza infrastrutturale in un contesto di mutamenti climatici e situazioni di siccità sempre più frequenti.
Lo studio si inserisce in un rapporto più ampio sulla capacità amministrativa dei comuni capoluogo nel 2024. Rispetto alla dispersione idrica, si rileva disomogeneità fra le città e non c’è un vero e proprio divario tra Nord e Sud. Se la realtà più virtuosa è Como, con solo il 9% di risorsa che si perde, ci sono molte altre città del Settentrione con dati negativi (a Belluno, ad esempio, la perdita è del 64%).
Un altro dato che emerge dalla ricerca riguarda il rapporto tra spesa pro capite per l’acqua e dispersione: livelli di spesa più elevati per il servizio idrico integrato non si traducono necessariamente in una riduzione della dispersione idrica. Ad esempio realtà come Vibo Valentia, Ragusa e Catanzaro, nonostante investimenti superiori ai 150 euro per abitante, continuano a registrare perdite idriche considerevoli.