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“Danni all’agricoltura italiana dalla fauna selvatica per oltre 200 milioni di euro”. L’allarme di Coldiretti

Claudia Monaco 2 Maggio 2024

“La fauna selvatica incontrollata ha causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura italiana per circa 200 milioni di euro, con campi coltivati rasi letteralmente al suolo, a cui si aggiungono problemi causati dalle importazioni selvagge di cibo dall’estero, con costi di produzione andati alle stelle e prezzi pagati nei campi sotto i livelli di sopravvivenza”.

E’ l’allarme lanciato dalle 96 assemblee organizzate in contemporanea dalla Coldiretti su tutto il territorio nazionale con la partecipazione record di oltre 50mila agricoltori per chiedere soluzioni immediate.

“I danni causati dagli animali selvatici non vengono rimborsati che in minima parte e spesso dopo molti anni, con una situazione che ha portato molti a rinunciare a denunciare gli attacchi subiti – afferma Coldiretti – Tra l’altro i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso. Per fare un esempio un produttore di vino pregiato che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva”.

Proprio i cinghiali sono il maggior pericolo anche per i cittadini con “170 incidenti stradali con morti e feriti causati nel 2023 proprio dall’impatto con cinghiali e altri animali selvatici” è l’analisi Coldiretti su dati Asaps, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.

Ai danni alle coltivazioni si è aggiunto l’allarme della peste suina africana, la malattia non trasmissibile all’uomo “che i 2,3 milioni di cinghiali oggi presenti sul territorio nazionale rischiano di diffondere nelle campagne, mettendo in pericolo gli allevamenti suinicoli sul territorio e, con essi, un settore che tra produzione e indotto vale circa 20 miliardi di euro e dà lavoro a 100mila persone”.

Da qui la richiesta che rimbalza da Nord a Sud: mettere un freno immediato alla proliferazione dei selvatici dando la possibilità agli agricoltori di difendere le proprie terre. “Mancano, infatti, i piani regionali straordinari di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione“, afferma Coldiretti.

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