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Da Caggiano alla Sicilia in bicicletta. Maurizio e Sergio percorrono 740 km in sei giorni

Chiara Di Miele 7 Agosto 2020

Due ragazzi, Maurizio Indaco originario di Caggiano e Sergio Stocchi, con origini sicule, vivono in provincia di Siena, sono colleghi di lavoro e amici nella vita ed hanno intrapreso un lungo viaggio in sella alle loro biciclette. Infatti sono partiti il 31 luglio da Caggiano e hanno raggiunto la Sicilia ieri, percorrendo 740 km ed effettuando sei tappe.

Il primo giorno hanno pedalato per 95 km, raggiungendo Maratea, poi altri 115 km per arrivare ad Amantea, il terzo giorno hanno percorso 152 km fino a Messina, ancora 110 km per raggiungere Capo d’Orlando, ancora 165 km per arrivare a Mondello e infine gli ultimi 103 km li hanno condotti a San Vito lo Capo.

“È stato un viaggio faticoso, impegnativo, a tratti pericoloso, tenendo conto anche delle temperature sfiancanti –  racconta Maurizio Indaco – Ma ciò che resterà stampato nei nostri ricordi è la bellezza delle coste e dei paesaggi che ci hanno accompagnati lungo tutte queste giornate. Il sostegno e la simpatia che abbiamo ricevuto da molti amici e sconosciuti lungo il tragitto ci ha riempiti di gioia e ricaricati quotidianamente”.

Maurizio ci racconta che hanno scelto Caggiano come luogo di partenza perché è il suo paese di origine e inoltre è anche il luogo in cui 4 anni fa ha portato a termine un’altra indimenticabile avventura percorsa in bici e partita da Buonconvento (Siena). “La scelta di partire da Caggiano si lega simbolicamente a quel viaggio, l’ho immaginato come la naturale prosecuzione – continua il ragazzo – San Vito lo Capo invece l’abbiamo scelta perché la mamma di Sergio è cresciuta in questo meraviglio posto e quindi nel viaggio abbiamo voluto legare la strada percorsa insieme ma anche le nostre origini”.

I due ragazzi raccontano che hanno organizzato il viaggio con spensieratezza ma consapevoli delle difficoltà e anche dei rischi che potevano incontrare durante il tragitto. “Durante il tragitto non sono mancati i momenti di sconforto, in un paio di occasioni, sia per il caldo che per le condizioni delle strade e del traffico, abbiamo addirittura pensato di fermarci – conclude Maurizio – ma è un pensiero che prontamente abbiamo messo da parte. Purtroppo questo viaggio mi ha lasciato anche l’amaro in bocca perché abbiamo toccato con mano le carenze di adeguate infrastrutture, come tratti di strada del tutto inadeguati e pericolosi, gallerie non illuminate, corsie troppo strette che oltre a rappresentare un pericolo per chi le percorre diventano un ostacolo anche allo sviluppo del nostro Sud ricco di bellezze. Ma la nostra speranza è che questo momento di crisi pandemica nonché di crisi economica possa essere l’occasione per un vero rilancio del Sud, un rilancio che merita e che da troppo tempo aspetta, magari proprio partendo dalle infrastrutture”.

– Rosanna Raimondo –

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